Carlo Cuppini

sabato 19 dicembre 2009

76 - Rischio

Scandaglia attentamente ogni
anfratto del corpo tra
ascelle e canini e
sotto le costole e la lingua
oltre le rughe tutto
intorno al femore le gengive
tra le dita dei piedi nel bianco
dell’occhio tu esplora
pertugi fessure dove l’angelo
madreperlaceo miniaturizzato
si potrebbe annidare.

E arrivato alla fine del braccio va’ a capo
perché è lì che comincia
l’assenza e il bordo del volto è
confine
col vuoto e in fondo allo
sguardo non s'apre che
l’eco.

Corpo smangiato dal bianco
eroso da ciò che lambisce
e corrode e scrosciando
sparisce.

E ora l’angelo avrà lampi d'aurora
nitore abbagliante in fondo agli occhi
suoi ciechi - non occhi ma vuoti
crateri cavità che ti accolgono
ti sono tana mentre tu
ti rivolti e ti frughi divorato
dal morbo di cercare - su te -
il segno di un volto che irradia
la cicatrice di luce la piccola
impronta di un’ala.

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