Carlo Cuppini

lunedì 28 giugno 2010

Freedom Flottilla

Israele/Palestina: qualche riflessione basilare per tornare a capirci qualcosa

Quando si parla delle vicende dolorose che intercorrono tra Israeliani e Palestinesi, si rischia sempre di parlare d'altro. Tra i commentatori nostrani questa tendenza non è infrequente. A proposito dell'aggressione alla nave Mavi Marmara, in particolare, si è potuto leggere e sentire di tutto. Moltissime voci si sono levate, come se questo fatto, grave, fosse più grave o più significativo dell'ecatombe perpetrata un anno e mezzo fa a Gaza. Sull'attacco alla nave turca si è potuto leggere perfino, dalle colonne del "Foglio", che gli Ayatollah iraniani avrebbero festeggiato l'autogol israeliano brindando con lo "champagne". L'immagine di un leader musulmano che beve champagne può apparire soltanto in una vignetta satirica o in un esempio di giornalismo ottusamente colonialista e antropologicamente qualunquista, come non di rado dimostra di essere il giornalismo italiano.


giovedì 24 giugno 2010

"Frecce verso l'altro" - Dalla prefazione di Fabio Zinelli

Carlo Cuppini si muove all’interno di un terreno consolidato in cui è soggetto non solo chi scrive, ma il foglio stesso su cui si scrive (“Arrivato alla fine del braccio / va’ a capo”). Siamo di fronte insomma a un percorso articolato nel mimetismo delle scritture del corpo, compiuto con buon dominio degli spazi stretti. C’è poi un interessantissimo esercizio, Canzoni per un fiore di Palestina, in cui lo spazio chiuso, proprio dal suo interno, attira e include i personaggi di una storia importante da raccontare.

Fabio Zinelli
dalla prefazione a Frecce verso l’altro, Marcos y Marcos, 2010







martedì 22 giugno 2010

Notte

sbattendo le palpebre urliamo – impalpabile al dunque
che per piangere sta per pregare – che siamo pezzi di cane
sta a lui lei cadere – come ali di uccello feroce
con precisi confini recisi – non andiamo a ballare stanotte
c'è pezzi di topi sul bagnasciuga – le sirene spiegate all'aria aperta
non è l'ambulanza che uccide – foresta di neon fossili
che noi siamo già un dopo – stanotte cronaca del genocidio mondiale
in differita un miliardo di anni dopo – con crateri di faccia
correndo sul dorso del lupo – la coda del cane per terra
tutti aggrappati allo specchio – scivoliamo tra sciami
io te rattrappiti di unghie – palpebre in grinze di uccelli
non siamo che pezzi di cane – urliamo foresta di neon
fuoco fossile acceso– l'ambulanza incagliata nel mare
non sotto il tetto - amore domani hai le ciglia scomposte
su marte – cantiamo canzonette scordate
tre lune verdi oltre i vetri – non lenzuola sul letto
c'è il gatto crepato – di notte saltano le tubature
vicino al bordo del mare – tentiamo l'impossibile ancora
il cielo di un verde smagliante – di notte i tuoi occhi
beviamoci su – cani fetidi d'uomini abbaio
avere le branchie tutt'ora tesoro – chiamati a ringhiare
a tentoni sul rosso mattone – nel buio tra cosce di rane e asciugamani
scendendo nel frigo chiamavi – desisti
le rose fiorite sui crepacci – del volto che il viso è scaduto
nei vetri del giorno - gerani che a lunga conservazione speriamo


Poesia ripresa e rivisitata dal poemetto Nero privato (in "Alphaville" n.1 2007), letta in occasione della serata conclusiva del festival fiorentino di poesia Voci lontane, voci sorelle, sul tema "La notte", il 2 giugno 2010. 
Come richiesto, al mio testo ne ho messo in dialogo un altro. Ho scelto una parte di Il colle delle felci (Fern Hill) di Dylan Thomas:


Ora quand'ero giovane e semplice sotto i rami del melo
nella casa sonora e felice essendo l'erba verde,
la notte radiosa di stelle sulla vallata,
il tempo mi lasciava urlare a festa
e arrampicarmi dorato nella gioia dei suoi occhi,
e onorato fra i carri ero il principe delle città di mele
e tanto tempo fa una volta signorilmente gli alberi e le foglie
feci discendere con margherite e orzo
giù per i fiumi della luce abbattuta dal vento


lunedì 21 giugno 2010

col balzo

lui vede nell'ombra se stesso
si stacca dal suolo con balzo
non decolla nel Tennessee – ritorna in collina
il suo cane deportato sulla luna
collauda l'abbaio stritolando marziani – è un cane
dodecafonico sia chiaro
lui possiede un pesce rosso che abita
il casco di vetro dell'ultimo
cosmonauta sovietico disperso
completamente ubriaco oltre la duna
di sabbia rossa dietro casa – lo cercano ancora
fioccano i missili – di nuovo natale
lui prova ad aprire l'ombrello
ma l'ombra si macchia si bagna lo stesso
si sbianca bandiera di niente e
mollando la presa lui cerca
sganciato davvero dal suolo lui prova
di nuovo col balzo

domenica 20 giugno 2010

Dietro la casa una casa

dietro la casa una casa
nascosta dai rami
(ma non c'è dubbio che c'è: s'intravede)

la prima casa è abitata da te molto vecchio
e lo scruti quel vecchio che non ti assomiglia
che appare e scompare sciabattando (ti figuri)
oltre gli infissi della finestra
e acquattato sul ramo ti sfarini di terrore
pensando che lui possa alzare
lo sguardo e inchiodarti
rivelarti il segreto del vostro
inesplicabile essere uguali – lo stesso

nell'altra casa più dietro
non sai
se c'è il tuo sudario
che aspetta
oppure il bambino che eri
che ancora
ti scrive messaggi

sabato 19 giugno 2010

Mucillaggine effe sedici

Armatura medievale in regalo con "Gente"
a puntate - ottima al posto
della crema solare - ripara
il corpo dalle radiazioni e
dal male.

Ci sfrigolo dentro sigillato
sbracato sul litorale adriatico
non mi nuocciono neanche
le zanzare chiuso nel
confortevole tepore che
come la marea sale sale.

E ripenso a quell'estate tropicale
di una dozzina di anni fa - la stessa
spiaggia il mare sempre
quello - quando abbronzati a naso in su guardavamo
gli F16 che rigavano il cielo
diretti verso est.

E per fortuna che c'era un bel grumo
di mucillagine sul bagnasciuga
a drenare quei pezzi di corpi
di slavi del sud che ci avrebbero
un poco – di certo
guastato le feste
- quei pezzi di gente su cui
i nostri soldati tiravano
a piene mani gli avanzi
del passato capodanno petardi e
salsicce umanitarie a volontà
trallallero
lallà.

venerdì 18 giugno 2010

Il domatore di ragni - un racconto in 8 cartoline illustrate

























Racconto di Carlo Cuppini illustrato da Giorgio Fratini, pubblicato in forma di 8 cartoline postali. Le cartoline sono state distribuite gratuitamente a Firenze, una al mese, a partire da marzo 2010, in collaborazione con Switchproject - "Busta Selecta". La serie di 8 che compone il racconto è stata raccolta in un confanetto a tiratura limitata. Il racconto è stato poi pubblicato all'interno della raccolta Il mondo senza gli atomi, Ensemble Edizioni.

Presentazione del progetto: 
Happyning/Evento felice, 15-18 giugno, Limonaia di Villa Strozzi, Firenze.