Carlo Cuppini

venerdì 8 ottobre 2010

Nove cantilene (per una notte sconfinata)

1.

fuga il freddo dalle ossa
grida la vecchia dal finestrino
incarognita ad accelerare
per raggiungere i duecento in autostrada
e trasformarsi nel proprio spettro invernale
far avvampare i copertoni
e finalmente volare



2.

nei bassifondi polverosi
di una oscura galleria
dai muri tappezzati di quadri
che nella penombra non distinguo
vedo arrivare un altro me stesso
lo vedo accostarsi a una parete
raddrizzare una cornice
poi guarda in qua mi dice
adesso va bene

3.

trenta cani biondi
istigati dall’uomo grassissimo
mi attaccano dalla finestra del salotto
mi metto in salvo
sbattendogli i vetri sul muso
poi afferro il fucile del nonno
da sempre riposto dietro la porta
ed esco in giardino
e all’uomo grasso gli dico
adesso vediamo chi sbraita chi ride
e mentre io sbraito e lui trema
nella strada compare mia madre
si fa largo tra i cani cantando
due buste di spesa nelle mani


4.

erano leoni e non gattini
tutti ci siamo sbagliati
la penombra dell’appartamento
ci ha fatto proprio ingannare
erano quindi leoni
sui tappeti persiani e le poltroncine
e noi lì a fargli moine
ma i leoni non sono gattini
e alla fine sangue c’è stato



5.

solo in auto in mezzo al bosco
spunta dai rovi il cavallo
scuro di pelo occhi rossi
io chiuso dentro l’abitacolo
non posso distogliere lo sguardo dal suo
e sento che la notte è sconfinata
non sarà breve a passare
l’animale mi tiene inchiodato
non si scosta dal chiaro sentiero
l'occhio sempre più arroventato
non mi lascia passare


6.

in auto in mezzo al bosco
per andare a lavoro sul mare
alla guida c'è l’editore
conosce bene la strada
nel punto più selvaggio e antico del bosco
mi indica il branco di lupi
però sono cani e glielo dico
mi spiega che il processo è ancora in corso
è questione di giorni


7.

in auto in mezzo al bosco
c’è un tronco secolare
steso in mezzo alla strada
come lo possiamo aggirare?
l’editore sembra conoscere la soluzione
si volta per fare retromarcia
e nel voltarsi mi sfiora la fronte con la mano
sparge oblio nella mia nuca
al mio risveglio stiamo marciando
si sente già odore di mare
non scopro il segreto del disincaglio


8.

tre gatti neri sulla soglia
della casa del padre
due sono innocui
il terzo è letale
pensare che ho fatto tanta strada
per arrivare alla festa di famiglia
e invece se sbaglio mi tocca morire
prima ancora di essere entrato
resto incastrato nella notte
e quando gioviali mi vengono a aprire
non posso varcare la soglia



9.

ragni metallici
ragni di carne 
o meccanici 
ragni nerastri e lucidati
e di ogni altro genere e forma
dappertutto a zonzo nella stanza
li afferro con lunghe bacchette
da cucina cinese
per tenere al sicuro le mani
li butto uno a uno dentro il water
e ogni volta tiro lo sciacquone
se è impossibile schiacciarli
li si deve evacuare

1 commento:

  1. bellissimo delirio. ed evacuare comporta digerire, elaborare.quindi ottima soluzione, sempre meglio non schiacciare.
    m.

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