Carlo Cuppini

lunedì 13 giugno 2011

Studio per Ustica # 4

Dice
che stanno sugli alberi
che cantano sui rami ogni mattina
dice che scivolano sulle pareti
di casa ci guardano quando ci giriamo
ci proteggono mentre non diamo peso
alla loro presenza

dice che si deve chiamare
ogni cosa con il suo nome
i morti morti
gli ancora vivi vivi
gli assassini assassini
e complici i complici e gli omertosi

dice che i morti sono puntini
neri incuneati nell'intonaco
dice che per quanto anche noi moriremo
loro guardano a noi come al futuro

dice che noi dovremmo essere in teoria
capaci di pietà e di perdono
così come di collera
che il sasso cade
o galleggia
che esiste un silenzio dolcissimo
e uno assordante
che il mare inghiotte e cancella
oppure restituisce
che il tempo chide le ferite
e non ci restituisce

dice che ci vivono accanto
che non sapendo li sfioriamo di continuo
che sentiamo qual canto anche quando
non sentiamo proprio niente

dice che ognuno di noi è relegato
al suo alveo di oscurità
che dal luogo della sua impossibile preghiera
nessuno ha rinunciato a cercare
lo sprazzo di luce che mostra
il volto del bambino che vola

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