Carlo Cuppini

martedì 26 luglio 2011

Poesia e disarmo

Poesia è disarmo, spogliare l'intelligenza dagli orpelli militari della ragione (che è sempre ragione di stato) e in tal modo, denudati, radicalmente umani, sfiorando il limite della specie, stare nella mischia, porre il petto davanti alla bocca del carro armato. Nel disarmo del pensiero argomentante, in mezzo al disastro, abitare tutta l'estensione del linguaggio, articolando per intero l'umano, assumendosi in pieno il rischio dell'insensato, auspicando il senso e la grazia. Discendendo, frenando, perché la gioia è in fondo al reale, ed è lenta, quasi ferma. Contrariamente alla sopraffazione, che è vorticosa, sempre in sincronia con i tempi.

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