Carlo Cuppini

giovedì 18 ottobre 2012

bollettino#32: ragno (cuore)

– resta il fatto che ci siamo sbagliati, che non sembra neanche di stare, a guardare, con le gambe per aria, il cuore in subbuglio, lo stomaco al contrario, la mani appoggiate al soffitto, che spingono forte, i piedi sugli occhi, bruciati, in una sola fiammata, essendo meteoriti, piombati nell'atmosfera, idilliaca, di un giorno di festa, coi martini, coi cocktail, caduti, come tutti i denti che arrivano, addosso al bambino, in età di comunione, gli spuntano fuori da ogni dove – perché il ragno è penetrato nel letto, si muove di scatto, schivando le membra, di noi che dormiamo, già adulti, qui siamo in quattordici, tre italiani, due italiane, un cinese, una cinese, quattro algerini, due brasiliane, un cubano, e altri ancora devono venire, e dormiamo, e sogniamo, e ci agitiamo, sommessamente, non vedendo, coprendoci gli occhi a vicenda, coi capelli, col crine, con le unghie lunghissime, con la coda spiegata, questo ragno salvifico, terrifico, che muore di paura, tra tutte le membra, intrecciate, il cuore gli cede, addenta una gamba qualsiasi, alla fine, inietta il veleno di slancio, è il suo ultimo atto, per il cuore rotto di dio –

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