La mia mente è convintamente atea e razionalista; il mio cuore, o spirito, è profondamente rivolto al sacro e all'invisibile. Non credo che l'una abbia più ragione dell'altro, o viceversa, nel bilancio finale del senso dell'esistenza. Non aspiro alla sintesi, alla coerenza, all'integrità, non ho una visione olistica di me stesso, non posso raccontarmi in quattro parole. Mi va bene camminare sul valico di questa e di molte altre contraddizioni, coltivarle e agitarle. E che l'attrito tra ciò che è difforme faccia scintille.