Carlo Cuppini

giovedì 28 maggio 2020

FASE 2: 50 INCRINATURE DELLA NARRAZIONE DOMINANTE

Articolo pubblicato sul blog Gli Imperdonabili
---

Dove imperversi una narrazione unica tesa a convalidare politiche governative devastanti, c’è bisogno prima di tutto di controstorie. L’attività che trova e diffonde queste "storie" si può chiamare controinformazione o, più semplicemente, e forse più appropriatamente, resistenza democratica. Il rischio è smarrirsi nei meandri del complottismo - certo, lo dico subito - che non è altro che l’altra faccia della narrazione unica, perfettamente speculare a essa, a essa funzionale in quanto utilizzabile per delegittimare ogni forma di dissenso, e appunto, ogni controstoria. Tanto più che, mancando in questa epoca strumenti qualificati di seria e sistematica critica al potere, il fai-da-te è l'unica strada. Chiarito subito questo punto, andiamo avanti con gli strumenti a disposizione, a partire dall'esercizio del pensiero critico e dell'intelligenza.
Prima di procedere con i 50 punti, voglio però attestare l’esistenza, o meglio, l’imposizione, di un "pensiero unico", o “narrazione dominante”, attraverso due citazioni importanti: perché oggi sappiamo bene tutti che c’è stata, e che c’è, una "narrazione dominante" (a parte gli ingenui e i malintenzionati), ma tra sei mesi o un anno potremmo essercene dimenticati: vuoi per non sentirci cretini, visti gli sviluppi che sta prendendo la vicenda covid - i quali, di per sé, contraddicono i pilastri della narrazione suddetta; vuoi per avere interiorizzato, alla lunga, l'evoluzione della propaganda in qualcosa di più sottile e impalpabile, ma di altrettanto efficace e perfino più pervasivo. Riporto dunque i pareri non di qualche professionista del sospetto e della critica al potere, ma di due giuristi e di un virologo ampiamente stimato e "al di sopra di ogni sospetto".



A) Maria Giuliana Civinini (Presidente del Tribunale di Pisa) e Giuliano Scarselli (avvocato e docente di diritto) scrivevano il 16 aprile, in piena Fase 1: “Pubblichiamo questo scritto con una certa titubanza, con uno stato d’animo mai provato prima. Si è avvertito, infatti, fra la gente, e purtroppo talvolta anche fra gli operatori giuridici, la volontà di affermare su questi temi il pensiero unico, l’idea che le cose potessero stare in un certo modo e basta, e che ogni dubbio fosse inopportuno, un vezzo fuori luogo in un contesto drammatico e doloroso. Ebbene, il nostro intervento serve allora in primo luogo per contrastare queste posizioni e per affermare che anche in un periodo di emergenza sanitaria la libertà delle idee non può venir meno.”

B) Guido Silvestri, (patologo, virologo, accademico, in ambito internazionale), il 20 maggio, appena usciti dalla Fase 1: “A fronte di tanti modelli sui danni del virus (...) si vedono circolare ben pochi modelli sui danni potenziali del lockdown. Questi studi esistono, ed i risultati sono molto preoccupanti… ma sono quasi sempre ignorati dai media e dai decisori politici. A mio avviso questo è un esempio di distorsione cognitiva legata alla presenza di una “narrazione dominante” su COVID-19 centrata sui danni del virus (e non su quelli del lockdown).”

Il metodo della necessaria attività di controinformazione - propedeutica alla resistenza morale e politica - a mio avviso non è quello di lanciarsi in elucubrazioni, da accumulare fino ad arrivare a una tesi plausibile; ma rintracciare e raccogliere in primo luogo "incrinature" e contraddizioni all'interno della stessa narrazione prevalente, per smascherarne le falsificazioni; pescando tanto dai media mainstream quanto da quelli indipendenti, locali o underground (le incrinature possono trovarsi ovunque, a volte "scappate" inavvertitamente alle maglie della "regia"). È possibile che in questo modo affiorino fili rossi con i quali intessere domani (supportati da altri dati, testimonianze non ancora emerse, inchieste giudiziarie e giornalistiche) la trama di una storia veridica.
Ecco quindi una raccolta di 50 “incrinature” (corredate di qualche commento) scovate nella Fase 1.2, cioè dai primi tiepidissimi allentamenti del lockdown avvenuti il 4 maggio fino alla ripresa di gran parte delle attività due settimane dopo, il 18.
Evidentemente questa rassegna parzialmente ragionata (e ampiamente dis-ordinata) di notizie verificate, vuole costituire anche una riflessione sulla (gestione/costruzione della) emergenza Covid-19 in generale, e offrire, in quanto archivio di fonti, uno strumento per usi futuri. 
Nel prossimo periodo infatti sarà cruciale preservare uno spazio di pensiero critico e di monitoraggio dell'informazione, per non rischiare di abituarsi alle libertà “riconquistate” (in realtà concesse con riserva, limitate e sorvegliate, ormai non più considerate “inviolabili”, come da dettato costituzionale) essendo stato posto un grossissimo precedente che non si può cancellare, né è stato criticamente elaborato.

---
Settimana 4-10 maggio:

1) Il governo ha scaricato per intero la responsabilità delle scelte fatte riguardo alla progettazione della Fase 2 sul Comitato Tecnico Scientifico (“per questo punto dovremo interloquire con il CTS”, “su quest’altro punto il CTS è stato molto chiaro”). In particolare, per motivare le mancate aperture e il persistere di quasi tutte le restrizioni, il governo ha comunicato ai media che, secondo lo studio considerato dal CTS, in caso di maggiori aperture, si sarebbero verificati 151 mila casi di ricoveri in terapia intensiva entro giugno. Lo studio è stato messo in discussione da Giovanni Cagnoli, Alessio Farcomeni, Giuseppe Remuzzi (direttore dell’Istituto Mario Negri) e altri. Ma il punto è che il numero dei 151 mila ricoveri (“possibili”, “probabili”, “certi”… “almeno 151 mila", a seconda delle testate), che avrebbe convinto il governo a non aprire il Paese e gli italiani ad accettare di buon grado questa decisione, si è rivelato totalmente “irrealistico”, elaborato per assurdo, per stessa ammissione di uno degli estensori del dossier, il matematico Stefano Merler.

2) Abbiamo appreso grazie a una ricerca clinica del giapponese Kobe City General Medical Hospital che il tasso di mortalità del Covid-19 potrebbe essere dello 0.01%, “meno dell’influenza stagionale”. Il dato è in attesa di essere confermato; forse è esageratamente basso o non tiene conto di determinati fattori. Di sicuro i morti ci sono stati, e ci sono. Tanti. In Italia ne sappiamo qualcosa: nessuno può negare che in alcuni territori ci siano stati tantissimi morti “in più”.
Come si può conciliare il fenomeno italiano (e non solo italiano) con questa ricerca giapponese?

3) Abbiamo recentemente scoperto che fin dall’inizio dell’emergenza il Ministero della Salute ha raccomandato di non fare le autopsie ai deceduti Covid-19 (“non si dovrebbero fare” si legge nella circolare). Raccomandazione basata non tanto sul rischio di infettarsi a carico degli anatomopatologi, ma sulla presunta “inutilità” dell’operazione (tanto sappiamo che sono morti di Covid). Le prime autopsie sono state fatte (per iniziativa personale di un medico, Andrea Gianatti dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che se ne è assunto la responsabilità) un mese dopo la scoperta del Covid-19 in Italia, a partire dal 23 marzo, quando i morti dichiarati andavano già rapidamente verso quota 10 mila (un terzo del totale, a oggi). Grazie a queste autopsie si è scoperto che parte consistente dei decessi è stato causato da trombosi e non (o non solo) da polmonite. Quindi qualcosa da curare con terapie antitrombotiche (eparina ecc) e non o non solo con ventilatori. Commento in forma di domanda: quanti di quei 10 mila morti (e anche dei successivi 20 mila) si sarebbero potuti salvare grazie alla conoscenza delle vere cause dei decessi, e quindi usando terapie e trattamenti adeguati?

3 bis) Per venire più chiaramente al punto: i medici ci hanno detto fino all’esaurimento: “la verità è che non sappiamo quasi niente di questo virus”. La scelta di non fare autopsie per approfondire i motivi per cui la gente moriva in grande quantità è stata giusta e accettabile? Quali conseguenze dovrebbero esserci in un Paese civile se una decisione ministeriale avesse, come si può ipotizzare, aggravato l’emergenza e causato molte morti?

4) Tanti morti, è vero. La metà del totale (15 mila) in Lombardia. E in questi giorni abbiamo continuato a scoprire che tantissime persone sono state vittima dal lato oscuro del sistema sanitario lombardo: la debolezza (voluta dalla politica) della medicina del territorio; l’ospedalizzazione di tutti quelli che si presentavano al pronto soccorso (“Ricoverando, si è voluto mostrare efficienza in ambito clinico. Ma così non si è fatto alcun argine al virus”- così afferma Giorgio Palù, presidente della Società Europea di Virologia, in merito agli effetti nefasti della competizione pubblico-privato che caratterizza la sanità lombarda); la mancata sanificazione dell’ospedale di Alzano Lombardo per preciso ordine della Regione Lombardia; la trasformazione delle corsie in focolaio per la mancata separazione dei percorsi Covid, per la mancanza di dispositivi per i medici, per la mancanza di tamponi e controlli sui medici potenzialmente infettati; le “bombe microbiche” sganciate nelle RSA, portando il virus direttamente “in bocca” ai soggetti più a rischio (c’è un’inchiesta penale in corso) ecc. Insomma, tutto quello che l’assessore lombardo al welfare e sanità Gallera ha chiamato “sfiga”.

In particolare abbiamo scoperto che:

5) “Una delibera del governo regionale ha tagliato i rifornimenti a Lodi e previsto meno spese per 300 mila euro a Brescia. Così Fontana e Gallera hanno tolto risorse alla sanità per pagare gli incentivi ai direttori. E la Regione è rimasta senza reagenti contro il coronavirus” (Fabrizio Gatti).

6) Medici lombardi denunciano le aziende sanitarie che hanno permesso la trasformazione degli ospedali in focolai: in Lombardia un medico ha il 19% di possibilità di ammalarsi in più rispetto alla media nazionale; in Veneto il 3,9% in più (Milena Gabanelli).

7) L’Associazione Medici di Base Lombardi attacca duramente la Regione Lombardia, con un documento ufficiale, dicendo che il piano per la Fase 2 è inconsistente e si limita a riproporre gli stessi errori fatti nella Fase 1.

8) I livelli di inquinamento nel bresciano e nel bergamasco sono i più alti di Europa; una delle cause principali è dalla densità e la “qualità” degli allevamenti intensivi, tra i principali responsabili dell’azoto e del particolato nell’aria, e dalle concessioni fatte dalla Regione riguardo alla possibilità di sversare tonnellate di liquami velenosi nel terreno, anche nei periodi in cui è probabile o certa la contaminazione delle falde acquifere. Sappiamo anche che il particolato è vettore di virus: ogni particella cattura migliaia di microorganismi, il 4% dei quali (secondo uno studio) sono virus, e li trasporta per centinaia di metri (inchiesta di Report). Ovviamente un tale livello di inquinamento indebolisce inoltre i polmoni e abbassa drammaticamente la capacità generale del sistema immunitario. 

9) Anche se intubare forse non era la misura sempre più adeguata o risolutiva (vedi punto 3), si credeva che lo fosse, e di certo è stata una misura che ha salvato molte vite, prolungando la sopravvivenza fino al punto in cui l’organismo (di alcuni pazienti) è riuscito a sconfiggere il virus con le proprie difese. Ebbene, il dott. Mario Riccio, primario di Rianimazione a Casalmaggiore (Cremona) rivela che per mancanza di posti un malato su tre è stato lasciato senza terapia intensiva, hanno dovuto scegliere chi intubare.

10) All’inizio della crisi qualche medico ha indicato la Vitamina D non solo come formidabile prevenzione (su tutti i ricoverati si riscontravano gravi carenze), ma anche come terapia, se presa in dosi massicce, per una ragione legata al potere dell’ormone di interdire la produzione di interleuchina-2, che determina l’infiammazione interstiziale nei polmoni. Su questo tema è uscito a fine marzo un importante studio del Politecnico di Torino. Queste “teorie” sono state negate, talvolta sbeffeggiate, al punto che l’utilità della Vitamina D in rapporto al Covid rientra tuttora tra le fake news nella pagina dedicata del sito del governo (fake news numero 40). Al punto che “Il Post” (che non è affatto una testata becera o cialtrona) il 27 marzo titolava: “Non è vero che la VitD serve contro il coronavirus”. Affermazione perentoria, capace di dissuadere i lettori che si fidino della testata dal prendere in considerazione le affermazioni contrarie, dal procurarsi integratori o dall’esporsi "a tutti i costi" per un’ora al giorno al sole (cosa impossibile, del resto, per molti, con la detenzione domestica) per produrre la quantità necessaria di VitD. 

11) Oggi due studi (Università di Madrid e Northwestern University) dimostrano che la carenza di VitD è collegata direttamente e sensibilmente con l’aumento di mortalità da Covid.19: si badi, non per il generico ruolo della VitD nel rafforzare il sistema immunitario, ma per un collegamento specifico e diretto con i meccanismi di interazione del Covid-19  con il corpo umano. Il secondo di questi studi parla del 16% in più di possibilità di contrarre la malattia in forma grave e letale. Domanda: se ci fosse stata una campagna informativa e la raccomandazione di passeggiare, distanziati, al sole (come da raccomandazioni OMS, peraltro) ci sarebbe stato un sensibile numero di morti in meno, soprattutto tra gli anziani, che hanno una carenza fisiologica di questo ormone?

Se la mortalità in Italia ci sembra ancora troppo alta (e lo è), altre notizie ci offrono ulteriori chiarimenti:

12) L’epidemiologo Vespignani ci dice che non c’è uno standard internazionale per conteggiare i morti Covid, e che in Germania per esempio non contano i morti “con” ma solo quelli “per”, cioè dove il decesso è determinato primariamente dall’effetto del Covid-19. (È probabile che questo criterio più che ragionevole sia adottato anche altrove; ma non riesco a trovare informazioni certe). 

13) Ancora sui morti "per" e "con": il presidente dell’Ordine dei Medici della Liguria, Alessandro Bonsignore, dice che in Italia il modo di contare i “morti Covid” è sballato, e che praticamente vengono contati tutti i morti “sospetti”, al punto che “all'obitorio comunale di Genova [di cui Bonsignore ha esperienza diretta come medico legale] i morti per patologie diverse dal Covid-19 sono praticamente scomparsi.” E, ancora: “Noi abbiamo l’idea, e anche i dati, che l’incremento di decessi realmente attribuibili a Covid, rispetto al numero dei decessi che si sono verificati negli anni scorsi nello stesso periodo, è grossomodo del 30-40%; non quindi dell’80-100% come invece i dati diffusi dalle autorità farebbero comprendere.”

14) I due punti precedenti vanno incrociati con le molte testimonianze che stanno emergendo di parenti indignati per l’uso strumentale che è stato fatto dei propri cari defunti in questo periodo, il cui decesso è stato conteggiato (e comunicato) tra i morti Covid, a volte in modo del tutto erroneo e pretestuoso.

(Questi ultimi punti sulla mortalità e sui morti italiani non provano niente, ovviamente, se non che in Italia c’è qualcosa che non va, un grosso problema. E che non aver voluto criticare il governo, avere dismesso il pensiero critico per "obbedire e basta", accettando supinamente una narrazione sul virus da scuola elementare, non solo non è stata una forma di rispetto per i morti ["c'è gente che sta morendo, tutto il resto è secondario": quante volte ce lo siamo sentiti dire?]; ma con ogni probabilità questo stesso atteggiamento supino e autocensorio ha determinato piùmorti; molti più morti di quelli che sarebbero stati, se governo e autorità fossero stati pungolati e costretti da una sponda critica a essere più trasparenti, più competenti e meglio consigliati.)

15) Ascoltando ancora Vespignani (stessa fonte del punto 12) che il governo italiano ha parlato tanto di “guerra”, ma in questi due mesi, a parte controllare che stessimo tutti barricati in casa, non si è affatto comportato come se fossimo in guerra e non ha fatto nulla per vincere questa eventuale guerra: niente tamponi, niente test, niente sistemi di tracciamento, né informatici né telefonici né di altro tipo; nessuna idea di separazione fisica dei malati dai sani; inoltre, un pasticcio demagogico sul prezzo delle mascherine che le ha rese pressoché irreperibili. In altre parole: pare che la sola strategia del governo sia cominciare a riaprire qualcosa (per lo più a caso) e incrociare le dita.

16) Abbiamo scoperto in questi giorni anche che è già arrivato il momento di contare i primi danni collaterali, non del virus, ma della paura del virus creata dalla narrazione governativa e mediatica e dalla gestione dell’emergenza: da marzo il numero dei morti per infarto è triplicato (non ho trovato il numero assoluto, ma credo si tratti di diverse migliaia di morti “in più”, visto che la media mensile di morti per infarto in Italia è 3 mila), per via della paura delle persone di rivolgersi ai medici e di andare in ospedale ai primi segnali di scompenso; lo sostiene il Presidente della Società Cardiologica Italiana, Ciro Indolfi, che conclude: “Se questa tendenza dovesse persistere e a rete cardiologica non sarà ripristinata, ora che è passata questa prima fase di emergenza, avremo più morti per infarto che di Covid-19".

16 bis) Inoltre scopriamo che sono stati diagnosticati il 52% in meno di tumori, per via della sospensione delle attività di prevenzione; tumori quindi che, non scoperti e non curati, stanno facendo e rischiano di continuare a fare il loro tragico corso.

17) Abbiamo scoperto (si sapeva già da un pezzo, in realtà, ma faccio riferimento ai recenti servizi di Gabanelli sul Corriere e di Report, che hanno divulgato più ampiamente la cosa) che il primo finanziatore dell’OMS in termini assoluti è Bill Gates, che con la sua omonima fondazione e un’altra azienda di proprietà versa circa 900 milioni di dollari all’anno; seguita molto dopo dagli USA (che però quest’anno hanno interrotto il finanziamento, in polemica con l'OMS). In tutto i privati (tra cui non poche aziende farmaceutiche) pesano per ben più del 50% nel budget totale.

17 bis) Niente di nuovo, come dicevo. Ma la novità vera e grave è che, nonostante le note ambiguità e i gravi conflitti di interesse dell’OMS, e nonostante soprattutto il fatto che la scienza sia e debba essere libera e, ancora, che la medicina non sia considerata da nessuno una “scienza esatta”, YouTube ha dichiarato che sta rimuovendo automaticamente (tramite algoritmo) tutti i contenuti che siano in contrasto con le affermazioni dell'OMS (che a sua volta di settimana in settimana contraddice se stesso). Una forma gravissima di censura a livello planetario che, come si può verificare (vedi interviste al dott. Stefano Montanari, già rimosse), è già in atto. 

18) Abbiamo anche scoperto che in Italia si fa un uso allegro e disinvolto (leggi: strumentale) delle evidenze scientifiche: ne è esempio lampante il tema della scuola. Mentre tutta Europa si è basata sui numerosi studi che affermano che la capacità dei bambini di contagiarsi e di contagiare altri è minima e trascurabile, da noi Burioni sul suo sito Medical Facts si è affrettato a sostenere il contrario, citando due studi che, con molti condizionali, ipotizzano che i bambini possano essere infettivi come gli adulti. Ognuno ha le evidenze scientifiche che si merita. Intanto l’11 maggio quasi tutta Europa ha riaperto le scuole. Notare che le scuole in Italia sono state aperte fino al 4 marzo, quando già il virus correva in lungo e in largo per la Penisola da almeno un mese e mezzo (secondo alcuni studi da molto più tempo); eppure non risulta che ci sia stata una strage in ambito scolastico, per esempio tra gli “anziani” insegnanti (età media sopra i 51 anni).

19) A proposito di Burioni: in questi giorni abbiamo anche scoperto che gli scienziati che ha scelto il Governo come consiglieri-decisori, e quelli che hanno scelto i media mainstream per (in)formare l’opinione pubblica, sono “gli scienziati più scarsi del mondo”, secondo la classifica di Scopus, basata su titoli, pubblicazioni e citazioni in altrui pubblicazioni: tra i peggiori figurano (in ordine sparso) i ben noti Walter Ricciardi, Roberto Burioni, Silvio Brusaferro, Maria Rita Gismondo.

20) E a proposito di bambini e scuole: abbiamo dovuto anche scoprire che è stato creato e brevettato un braccialetto che vibra e suona se ci si avvicina a meno di un metro da un altro essere umano; e che vogliono utilizzarlo con i bambini dai 3 anni (un asilo del varesotto si è già attivato per settembre); il succo della storia è: si vogliono creare fobie e ansie antisociali, a livello di reazioni automatiche e inconsce, in bambini che a mala pena sanno parlare (vedi riflesso pavloviano, Arancia Meccanica ecc). 

E andiamo avanti:

21) Scarcerazione di centinaia di detenuti, tra cui molti mafiosi, camorristi e ’ndranghetisti, tra cui alcuni boss, che oggi probabilmente stanno comodamente seduti al loro divano a riorganizzare i ranghi della criminalità organizzata, con telefoni e pizzini. Domanda: riusciranno a riprenderli tutti o qualcuno si darà alla fuga? E anche riprendendoli, quanti anni di lotta alla mafia potrebbero essere cancellati? (vedi anche punti 31 e 32).

22) Poi in questa settimana c’è stato il ritorno in grande stile delle “fake news ufficiali” (che non sono mai sparite, ma si registra una recrudescenza piena di goffaggini): la Svezia "pentita" del suo approccio soft che ha causato tanti morti (analoghe affermazioni false avevano già irritato l’ambasciata svedese, spingendola a un duro rimprovero verso i principali media italiani); i medici morti che sarebbero 150, invece sono 60 (gli altri 90 sono persone normali, “morte Covid”, che in un passato più o meno remoto sono state medici: uno di questi aveva 104 anni, ed è stato conteggiato tra i “medici morti al fronte”); i falsi "passi indietro" di Germania e Francia dopo l'allentamento delle misure; le foto schiacciate, o fatte al momento buono dopo lunghi appostamenti, se non fotoritoccate rozzamente (con inserti di persone in bianco e nero - vedi post del sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato) degli assembramenti…

23) Dopo magistrati, giuristi, avvocati, costituzionalisti, intellettuali, medici… un’altra categoria si è espressa duramente contro il governo e le sue fregole repressive (a cui non corrisponde nulla in termini di prevenzione e di strategia di contenimento, e tanto meno di exit strategy dal lockdown, ricordiamolo): i poliziotti democratici che fanno riferimento al sito “Poliziotti. it” (nato dopo il G8 di Genova per recuperare un rapporto di fiducia con i cittadini) hanno scritto una lettera fiammeggiante che è quasi una dichiarazione di obiezione di coscienza, al grido di “Io non sanziono” e “fedele alla Costituzione”.

24) Va registrato e ricordato anche l’appello di intellettuali perlopiù di sinistra che su un giornale di sinistra (“il manifesto”) chiedono ad altri intellettuali di sinistra (ben pochi per la verità i pervenuti) di smetterla di criticare (“tendere agguati”) un governo (che è anche di sinistra), che dichiarano di apprezzare. Sostenendo che in fondo la libertà di espressione in Italia non è stata toccata, quindi va tutto bene (si chieda a Dario Musso cosa ne pensa, vedi punto 26.)

25) Registriamo anche la lettera di 11 parlamentari PD indirizzata a Franco Locatelli, che chiedono che le scuole vengano riaperte a maggio (maggio 2021, probabilmente, vista la tempistica: la lettera è stata diffusa solo il 10 maggio).

---

Settimana 11-18 maggio:

26) Un uomo di 33 anni di Ravanusa, Dario Musso, che esprimeva pacificamente le sue opinioni in pubblico è stato fermato, atterrato, sedato, internato e sottoposto a TSO firmato dal sindaco; il fratello della vittima, un avvocato, è riuscito a parlarci per telefono solo dopo 4 giorni, per scoprire che era legato mani e piedi, con il catetere, nutrito da infermieri, non più in grado di parlare se non biascicando frasi senza costrutto.

27) Di Dario Musso non ha parlato alcun quotidiano, alcun sito di informazione, tranne Ansa, Fanpage, Il Foglio, qualche sito locale (siciliano), Chi l’ha visto?. Cosa dobbiamo pensare del silenzio degli altri media? Hanno ritenuto che sia una non-notizia? Che non sia un fatto collegato alla caccia all’uomo dissenziente e/o trasgressore che è stata promossa per due mesi a reti unificate, da politici, uomini delle istituzioni, opinionisti?

28) Il punto centrale dell’appello degli intellettuali di sinistra contro gli attacchi al governo (vedi punto 24) è che non è stata toccata la libertà di espressione: “niente ha intaccato la libertà di parola e di pensiero degli italiani” affermano. Quindi come dobbiamo intendere il trattamento riservato a Dario Musso, e il silenzio dei politici, degli “intellettuali di sinistra” e dei media, rispetto alla libertà di parola e di pensiero inviolata? Secondo la mia etica politica, un crimine o un abuso non denunciati, sono un crimine o un abuso tollerati - appena a un passo dall’essere ratificati.

29) Abbiamo scoperto che ai bagnini sarà vietato compiere la respirazione bocca a bocca a chi si trovi in condizione di dover essere rianimato. In caso di arresto cardiaco in spiaggia, o rischio di soffocamento-annegamento, il bagnino potrà intervenire solo con massaggio cardiaco e bombolette. Il governo impone in sostanza che si possano lasciar morire persone per scongiurare il rischio remotissimo che avvenga un improbabilissimo contagio (tra persone evidentemente in salute, un bagnino e un natante). Per l’infettivologo Bassetti del San Martino di Genova è “follia pura, il mondo ci ride dietro”.

30) In un’intervista Cesare De Rita, presidente del Censis, sostiene che è stato deliberatamente creato un clima di paura per attuare un controllo della popolazione: “se alimento la paura, la gente fa quello che dico io.”

31) In un’intervista il segretario del principale sindacato di polizia SIULP, Paolo Macchi, afferma che per due mesi e mezzo i poliziotti sono stati “interamente e totalmente” impegnati nei “controlli dei pensionati e delle mamme coi bambini”, venendo così distolti interamente e totalmente dalla lotta alla “criminalità organizzata, che ha avuto tutto il tempo per riorganizzarsi”. E denuncia che in questo modo sono stati messi “in discussione 40 anni di rapporto di fiducia con i cittadini, di polizia civile.” (Si rimanda al punto 23).

32) La conferma del punto 31: “la mafia mostra di avere gli strumenti per poter cogliere le opportunità che si presenteranno “grazie” al lockdown”; il GIP Morosini: “nelle prossime settimane, certi avamposti criminali apriranno la caccia alle tante aziende in stato di necessità anche nel nord dell’Italia, dal momento che non è previsto un ritorno alla normalità in tempi brevi.”

33) Per far fronte all’imponente debito pubblico prodotto per mettere le pezze ai danni economici e sociali causati dal lockdown, pare che il governo prospetti un altrettanto imponente programma di vendita del patrimonio pubblico nel prossimo triennio (andrà verificato sui decreti).

34) Israele ferma il contagio facendo compilare quotidianamente un semplice questionario on-line a tutti i cittadini; questo ha permesso alle autorità di avere una mappa in tempo reale dei sintomi e dei casi sospetti con un valore statistico, quindi approfondire e intervenire dove necessario; né app, né tamponi, né reclusioni indiscriminate (o almeno poche e brevi)… soltanto una semplice e buona idea. Del tipo di quelle che in due mesi di lockdown il nostro governo non è stato in grado di partorire e organizzare.

35) Zangrillo, primario di terapia intensiva del San Raffaele, a Porta a Porta: 
“Sono circa 21 giorni che non c’è un malato che arrivi nella mia terapia intensiva. La mia terapia intensiva è di riferimento.” - “Se un malato lo curi tempestivamente lo puoi curare con efficacia. Altrimenti no.” - “Sono molto amareggiato dal continuare a sentir parlare e denunciare il numero dei morti e dei contagiati. Con tutto il rispetto per le persone che ho visto morire, non ha alcun senso. Anche perché non dimentichiamoci che mentre stiamo parlando, stiamo trascurando altri pazienti che hanno altre malattie. Dobbiamo ripartire e curare anche quei pazienti con altre patologie che possono determinare un numero di morti infinito.” - “Quando si indica un indice di letalità che ha come denominatore il numero dei contagiati che è assolutamente sottostimato, oltre a creare panico, non si dice la verità.”

36) Dunque la malattia non è così letale se curata tempestivamente, lo dice Zangrillo in linea con le dichiarazioni di molti altri medici, e con l'evidenza di queste ultime settimane. Ma le indicazioni per molte settimane sono state (riporto dal Corriere 23 marzo): “In Lombardia chi in questo momento ha la febbre quasi certamente ha contratto Covid-19. Quindi il paziente deve immediatamente mettersi in isolamento domiciliare per almeno 14 giorni cercando, per quanto possibile, di evitare contatti. (…) È il medico di famiglia ad occuparsi, sempre telefonicamente, di come sta evolvendo la malattia. Se i parametri che vanno monitorati in modo quotidiano dovessero destare grave preoccupazione sarà il medico stesso ad avviare la procedura per un ricovero ospedaliero, chiamando il 112.”

36 bis) In altre parole: solo quando la situazione è visibilmente grave si viene visitati, assistiti e curati. Prima, solo paracetamolo. Se dopo 14 giorni è veramente grave, si viene ospedalizzati e intubati come se si rischiasse di morire di (sola) polmonite. Mentre c’è in corso una trombosi polmonare, ormai grave, che sta portando al decesso; ma questo non si può sapere perché il ministero della salute ha raccomandato di non fare le autopsie ai morti per Covid, tanto si sa perché sono morti (anche se “è un virus di cui non sappiamo niente”!). Insomma, si muore; ma sarebbe meglio dire che si viene condannati a morte, a migliaia, da un protocollo sanitario sbagliato basato su una indicazione politica folle.

37) Ma poi, che il pericolo maggiore delle sindromi influenzali e simil-influenzali possa essere la trombosi, è davvero una novità tale che non poteva essere immaginata, prevista, verificata con indagini autoptiche svolte da subito, dal primo decesso Covid? Risposta: No, assolutamente: “I principali pericoli dell'influenza includono alterazioni infiammatorie e iper-coagulazione”, marzo 2018.

38) Un lapidario confronto con il recente passato/1: “Milano, terapie intensive al collasso per l’influenza”. Titolo del “Corriere della Sera”… gennaio 2018.

39) Un lapidario confronto con il recente passato/2: tra dicembre 2016 e febbraio 2017 ci sono stati 20 mila ultra 65enni morti in più rispetto alle attese (cioè la media del periodo dei 5 anni precedenti), con incremento del 42% dei decessi solo a gennaio. Per via delle sindromi influenzali e para influenzali. Lo annunciava nel marzo 2017 un personaggio oggi ben noto, allora presidente dell’ISS: Walter Ricciardi.

40) Un lapidario confronto con il recente passato/3: Fondazione Veronesi: “Come nel caso del Coronavirus, gli effetti più gravi dell'influenza si rilevano tra gli over 65. In Italia, in quattro anni (dal 2013), oltre 68mila decessi per influenza (in gran parte) evitabili”. Però in quegli anni né lockdown, né scuole chiuse, né mascherine, neanche per una settimana, né raccomandazioni particolari, se non di vaccinarsi. Chissà perché di quei morti (“evitabili”) ci è importato così poco?

41) Commento ai tre punti precedente in forma di domanda: i moralisti del lockdown di oggi, pronti ad anteporre “a tutto” le vite umane da salvare (ma solo quelle messe a repentaglio dal Covid, in quanto Male metafisico, secondo la retorica della guerra e della peste, beninteso - e salvo errori derivanti da precise scelte politiche e amministrative, le quali però non sono criticabili - sempre in nome del rispetto dei morti, beninteso), dove erano ieri? E dove saranno domani, quando, come ieri, si tratterà di fare (o non voler fare) precise scelte politiche e sacrifici individuali per evitare la morte, per esempio, di 80 mila persone all’anno, solo in Italia, per causa diretta dell’inquinamento atmosferico (il quale è causato in larga parte - tanto per fare un esempio - dal modo in cui consumiamo carne)? Di nuovo: chissà perché di tanti, tanti morti evitabili ci è sempre importato e tuttora ci importa così poco?

42) Altri “effetti collaterali”, non certo imprevedibili, del lockdown: i comuni sull’orlo del baratro. Dario Nardella, sindaco di Firenze, annuncia che potrebbe essere costretto a operare “tagli drammatici” ai servizi ai cittadini; potrebbe non essere in grado di pagare gli stipendi; potrebbe dover spegnere i lampioni (e la sicurezza nelle strade?); mettere una retta per accedere alla scuola dell’infanzia (che fa parte a pieno titolo, ufficialmente, del percorso scolastico e educativo - e il diritto allo studio? E la scuola aperta a tutti?); che il 18 maggio non riaprirà i musei civici, compreso Palazzo Vecchio. 

43) Ancora: attesa ondata di suicidi per la crisi economica causata dal lockdown: in USA, dove il lockdown è stato parziale e intermittente, sono attesi 75.000 suicidi. In Italia il fenomeno è già cominciato. Dati da guardare insieme a quelli della malattie mentali (+30% depressione, ansia, insonnia ecc).

44) Tornando agli aspetti sanitari e alle soluzioni sbagliate: 25 milioni spesi per costruire un ospedale Covid di sole terapie intensive a Milano Fiera, con 208 posti (inizialmente dovevano essere 500): non sono mai stati ospitati più di 13 pazienti nello stesso momento. Totale malati accolti: 25. Oggi accoglie 3 pazienti. Costo: un milione per ogni malato accolto. Qualcuno ha sbagliato qualcosa. (Gli stessi che hanno messo i malati nella RSA. Che poi sono gli stessi che hanno impedito d’autorità di fare la sanificazione del pronto soccorso di Alzano Romano, trasformando l’ospedale in uno dei peggiori focolai d’Italia, da cui centinaia o migliaia di morti. E sono sempre quelli che, al contrario del Veneto, non hanno fatto i tamponi nella regione che - tuttora - governano. E si battono le mani da soli.)

45) Tornando alla critica politica e alle leggi speciali giustificate dall’ormai prolungato stato di emergenza. Luigi Manconi: “A partire dalla fine degli anni Sessanta (…) decine e decine di fatti normativi, nati come temporanei, sono divenuti permanenti. Ecco il punto. Tutti restano permanenti o faticano enormemente a essere abrogati, superati. C’è dunque una tendenza irresistibile dei governi a fare delle emergenze non solo uno stile di governo, ma un paradigma di governo. Una tendenza piena di insidie, di cui occorre preoccuparsi. In particolare quando le leggi speciali, le normative d’eccezione incidono sulla libertà individuale. La preoccupazione dunque è confortata dall’analisi storica.” 

46) Luigi Manconi, con Alex Zanotelli, Tomaso Montanari e molti intellettuali, avvocati, magistrati, medici, scienziati, docenti, artisti, giornalisti, hanno scritto un manifesto per la difesa dei diritti democratici e per la libertà di manifestazione della critica sociale e del dissenso politico. Una riposta all’appello contro “gli agguati” al governo? In ogni casi si può leggere e sottoscrivere qui (vedi nota).

47) Scopriamo un po’ per caso, grazie a uno sfogo in tv, che il viceministro alla salute, Pierpaolo Sileri, non saprebbe niente se non inseguisse le notizie (dai due cinesi ricoverati allo Spallanzani in qua); e che il segretario generale del ministero suddetto, Rocco che fa parte del Comitato Tecnico Scientifico e dovrebbe coordinarlo, ha latitato dal CTS stesso per un mese e mezzo (su due mesi e mezzo di emergenza); e che se il viceministro chiedeva al CTS “i verbali, mi negavano la possibilità di leggerli” perché “secretati”. Ma va tutto bene.

48) Alla fine, la grande, spettacolare giravolta: se si fosse aperto tutto il 4 maggio avremmo avuto 151 mila ricoveri in terapia intensiva entro giugno, ci hanno detto (vedi punto 1, eravamo partiti da lì); dunque un mese dopo, il 3 giugno, prima di poter verificare gli effetti epidemiologici delle ampie aperture del 18 maggio, si aprono le frontiere ai turisti. Rendendo di fatto impossibile ogni idea di tracciamento, di contenimento, di possibile passo indietro ecc. Meraviglie del possibile. 

49) L’apertura delle frontiere è una misura unilaterale, naturalmente: la Svizzera, che non intende aprire le frontiere prima del 15 giugno (però ha aperto tutte le scuole l’11 maggio “perché è un diritto”), conferma che non ne è stata neanche informata. Francia, Germania e Grecia, dal canto loro, riapriranno le frontiere non prima del 15 giugno, riservandosi la possibilità di valutare in seguito; della Spagna non si hanno notizie e sembra improbabile che possa aprire il 3 giugno.

50) Come ultimo punto, una buona notizia: sabato 23 maggio in molte città d’Italia si svolgerà una manifestazione per la scuola (ultima delle priorità di questo governo, anzi, definitivamente, una non-priorità). Dopo più di due mesi di sospensione di molti basilari diritti costituzionali, sarà uno dei primi gesti concreti, di portata nazionale, di riappropriazione collettiva dello spazio fisico, pubblico e sociale, e del diritto di aggregazione e di manifestazione a scopo politico. Bene che il tema di questo ritorno alla piazza sia la scuola: i bambini, i giovani, l’educazione, il futuro. Da questo punto non si torna indietro. 

—-
Fonti:
4)https://www.corriere.it/cronache/20_aprile_01/lombardia-non-ha-arginato-coronavirus-veneto-casi-gestiti-meglio-territorio-fbbfa2da-7448-11ea-b181-d5820c4838fa.shtml
6)https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/coronavirus-medici-denunciano-aziende-sanitarie-politica-vuole-scudo-penale/60471a8a-87c7-11ea-8a3a-5c7a635a608c-va.shtml
7) https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/04/22/news/coronavirus_medici_lombardia_fase_2_regione_fontana-254716646/
14) Per esempio: https://www.facebook.com/IlTirreno.Livorno/ (post delle 12.01 del 18 maggio, vedi commento della figlia della vittima)
22) mi limito alle fonti sul numero dei medici deceduti e sulla foto ritoccata di Nocera Inferiore, le altre si trovano facilmente googlando: https://www.ilgiornale.it/news/cronache/ecco-verit-sul-numero-dei-medici-deceduti-covid-1858051.html
https://salerno.occhionotizie.it/foto-fake-sindaco-nocera-corso-coronavirus-polemica/


Nessun commento:

Posta un commento