Mi fa una certa impressione sentire parlare di libertà persone che un anno fa non hanno difeso il ragazzino di dodici anni che veniva privato della sua libertà di salire su un autobus o su un treno, pur potendo attestare un ottimo stato di salute con il referto di un tampone, perché privo di vaccinazione anticovid. Persone che non si sono opposte alla privazione delle libertà più essenziali, per milioni di cittadini, giustificata con la solenne menzogna pronunciata dal comandante in capo (“il green pass è garanzia di frequentare persone non contagiose”). Persone che non hanno colto un’insanabile contraddizione tra la risoluzione 2361 del Consiglio d’Europa (1) - “organismo custode dei diritti dell’uomo, della democrazia e dello Stato di diritto” – e l’operato del governo italiano; e tra la nota di Amnesty Italia del gennaio 2022 (2) e le scelte di Speranza-Draghi-alleati-consiglieri. Persone per cui la libertà di milioni di cittadini che non la pensavano come loro su un certo tema di drammatica attualità – minorenni compresi – poteva tranquillamente, oppure doveva assolutamente, essere sacrificata (senza poi sentirsi obbligati a fare valutazioni a posteriori sulla necessità o utilità di questa misura, e sulla responsabilità che si erano assunti sostenendola).
Carlo Cuppini
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martedì 25 aprile 2023
Viva la libertà, e chi la difende
Va ricordato che non tutti si sono comportati in questo modo; e che a opporsi a questo corso non sono stati soltanto gli assalitori della CGIL di Roma: mi risulta, per esempio, che un migliaio di professori universitari abbiano firmato un appello contro il green pass nell’ottobre 2022. Nel mio impegno per la stessa causa ho avuto il piacere di conoscerne più d’uno. E 33 di questi sono stati poi sospesi per rifiuto di mostrare il certificato, rischiando di rovinarsi la carriera (3).
Mi fa una certa impressione sentire parlare oggi di libertà queste persone che un anno fa hanno taciuto. Lo so che nella stragrande maggioranza dei casi erano in buona fede, che si sono fidati delle autorità e delle istituzioni (non di tutte, però: non del Consiglio d’Europa, per esempio; i media del resto li hanno aiutati a non vivere conflitti interiori, evitando di dare anche marginalmente notizia di quella risoluzione, come della nota di Amnesty); so che hanno pensato che facendo “come tutti”, pensando “come tutti”, restando insomma nell’ortodossia non si potesse fare male.
Tuttavia io credo che la libertà non abbia a che fare con la fiducia nelle autorità e nelle istituzioni (il che non significa che si debbano guardare a priori con sospetto); né con il rispetto di qualsivoglia ortodossia; né con la buona fede.
Quindi oggi faccio gli auguri a chi sa distinguere il dispotismo e l’irrazionalità del potere anche quando non puzza di olio di ricino; anche quando è apprezzato nei buoni consessi internazionali; anche quando riceve il plauso del Presidente della Repubblica e la benedizione papale.
Auguri a chi si batte per la libertà anche quando questo significa mettersi contro i doppiopetti più rispettati e potenti d’Europa, talmente blasonati da spingere all’autocensura la quasi totalità della classe dirigente, scientifica e intellettuale.
Oggi dico viva la libertà e viva chi la difende, contro gli abusi sguaiati e puzzolenti dei fascisti e contro quelli beneducati e deodorati dei democratici.
Viva la libertà e viva chi la difende quando c’è il sole e anche quando piove.
Viva la libertà e viva chi la difende, per quelli che – su qualunque materia – la pensano allo stesso modo, e per quelli che la pensano all’opposto.
Viva la libertà e viva chi la difende, anche quando difenderla significa essere trattato – da chi ha alle spalle la ragione di Stato – come un paria, un malintenzionato, un sabotatore, un fascista, un delegittimato, un’etichetta.
Viva la libertà e chi la difende, senza la retorica e il conforto delle celebrazioni nobilitanti, ecumeniche, identitarie.
Viva la libertà, quella vera, che è antifascista, è anticonformista, è intelligente, attira antipatie e incomprensioni, suscita imbarazzi e risatine, scandalizza i benpensanti, nuoce gravemente alla salute dei perbenisti. Che non è gratis, e se è gratis dentro c’è la fregatura.
Viva la libertà eretica, scandalosa, “sbagliata”, che non compiace, che non fa fare carriera, che disturba, che non è oggetto di celebrazioni, che può essere discutibile e fa discutere, che è “diseducativa” (ripensando agli aforismi dell’ex ministro Bianchi: “Il rientro in classe dei docenti non vaccinati sarebbe diseducativo”, “La mascherina in classe ha un valore educativo”).
Perché di quell’altra libertà, francamente, non so bene che farmene.
Note:
(1) “7.3.1. ensure that citizens are informed that the vaccination is NOT mandatory and that no one is politically, socially, or otherwise pressured to get themselves vaccinated, if they do not wish to do so themselves;
7.3.2. ensure that no one is discriminated against for not having been vaccinated, due to possible health risks or not wanting to be vaccinated”
(2) “il governo deve continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure, con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti e non devono essere penalizzati.
In ogni caso, Amnesty International Italia chiede che siano previste misure alternative – come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19 – per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni.”
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