Carlo Cuppini

domenica 27 dicembre 2009

84 - 1400 goy

Due forze uguali e contrarie: quelle che mi attraggono e mi respingono dalle religioni. E intendo le tre religioni monoteistiche, quelle che hanno a che fare con me, con la mia cultura. Accanto alla nostra altra radice, estinta solo in superficie, del paganesimo antico, che meriterebbe un discorso a parte.
Voglio mettere in luce solo un aspetto, che potrebbe sembrare anche marginale: il proselitismo.

Ho sempre pensato che questo fosse uno degli aspetti più odiosi, tradotto nella forme più violente e repressive, dei due principali monoteismi, cristianesimo e islam. Il proselitismo ha nei secoli portato troppe volte a impugnare le spade, fisiche o intellettuali, per fare terra bruciata delle diversità. Non posso dimenticare il prete cattolico, missionario in America Latina, che in una notte bruciò l'intera biblioteca che custodiva tutta la cultura scritta dei Maya: era opera del Demonio. Non posso dimenticare la catastrofe umana delle crociate antiche, né i moderni appelli a nuove, ugualmente criminali, crociate. Né l'odioso atteggiamento coloniale, con il quale abbiamo distrutto forse il 90% delle culture e delle religioni esistenti al mondo, con patetico spirito umanista e paternalista. Con l'ipocrita buonafede che si ritrova ancora oggi in certe forme di troppo autocompiaciuta cooperazione.
Questa è la premessa. Il punto dove voglio arrivare è che non avrei mai creduto di trovarmi a biasimare, più ancora del proselitismo, la sua mancanza. Doveva accadere in Palestina, a contatto tra musulmani, cristiani ed ebrei. Dove il seguente ragionamento si è dipanato praticamente da solo: se una religione si fonda sulla credenza in un unico Dio, l'implicazione più aperta e generosa possibile è che questo Dio sia almeno idealmente, potenzialmente, per tutti gli uomini. Così in effetti è per cristianesimo e islam. E credo che questo, via via che le religioni lasciano il passo a una mentalità laica, sia all'origine del pensiero universalistico moderno: tutti gli uomini sono uguali, la vita umana ha sempre lo stesso valore, tutti hanno gli stessi diritti fondamentali. Non è ammessa alcuna distinzione o discriminazione.
Che dire dell'ebraismo? Religione monoteistica a sua volta, origine e fondamento della due più giovani, non ha mai praticato il proselitismo. L'ebraismo era e rimane la religione per un solo popolo, per un ben ristretto gruppo di persone, a dire la verità. Non certo per l'umanità intera. Dio è uno, si chiama YHWH, ed è destinato, per l'esattezza, a 14 milioni di persone. Questo è il numero degli ebrei, in tutto, al giorno d'oggi.
Rovesciando il pensiero che ho sempre avuto, mi trovo a domandarmi come diavolo si possa credere realmente che esista un solo Dio, e che questo Dio non sia per tutti. Insomma, gli altri? I "gentili" o "goy" come vengono chiamati i non ebrei in lingua ebraica? Qual è il loro status? E il destino? Qual è la loro possibilità si salvezza? Cosa è riservato per loro dopo la morte? Perché Dio non è interessato a essere "alleato" con tutti gli uomini, ma con una esigua, quasi invisibile minoranza?
Non sono riuscito al momento a trovare risposta a queste domande. So che cristiani e musulmani hanno affrontato questo paradosso fin dall'origine della loro ideologia, dando risposte magari scostanti, o arroganti, o ambigue, o premessa a sviluppi odiosi e criminali. Ma di certo c'è stato uno sforzo in questo senso. Non riesco a vedere uno sforzo analogo nella storia dell'ebraismo. E' un mio problema di punto di vista? Dirò di più: dirò una cosa altamente impopolare: non riesco a vedere una differenza sostanziale tra il concetto di "popolo eletto" e quello di "razza superiore".
Vorrei essere smentito, ma di fatto, tornato da un mese tra Palestina e Israele, non riesco a togliermi la sgradevole sensazione che l'ebraismo sia oggi, in un certo senso, un esclusivo club privé, che si potrebbe chiamare club YHWH.

Leggo che ieri sono stati uccisi cinque civili palestinesi dai soldati israeliani: tre cercavano di superare il confine tra Gaza e Israele per andare a cercare lavoro nelle industrie israeliane: praticamente, immigrati clandestini. Freddati. Due a Nablus, sospettati di essere coinvolti nell'uccisione di un colono, stanati nelle loro case nottetempo, ammazzati lì per lì, davanti ai famigliari. La moglie di uno è rimasta gravemente ferita dalle mitragliate. Anche i figli e le figlie sono rimasti gravemente feriti: in un modo però che sarà visibile solo tra qualche anno, quando queste ferite faranno scoppiare la terza Intifada.
Leggo che pochi giorni fa c'è stata un'imponente manifestazione di cittadini israeliani contro il loro governo, sfociata in scontri violenti: erano decine di migliaia di coloni, religiosi e militari, infuriati con Netanyahu per il temporaneo blocco delle colonie in Palestina, che ha concesso per soli dieci mesi per non inimicarsi eccessivamente Obama.
Leggo che sempre più soldati israeliani si rifiutano di prendere parte alle missioni finalizzate allo sgombero delle colonie illegali, quelle che con quotidiani soprusi e crimini rendono la vita dei cittadini palestinesi identica a un inferno.
Leggo che le truppe d'assalto israeliane, quelle che compiono stragi quasi quotidiane, andando di casa in casa nei campi profughi e nelle città, come ieri notte a Nablus, sono formate ormai per oltre il 50% dagli studenti delle scuole religiose, pilotati e protetti dai potentissimi rabbini ultraortodossi e nazionalisti.

In queste ore, 1400 persone provenienti da tutta Europa si stanno radunando al Cairo con l'intenzione di raggiungere Gaza il 31 dicembre, per unirsi ai Palestinesi di Gaza e della Cisgiordania che manifesteranno per ricordare la carneficina di 1400 persone compiuta esattamente un anno fa a Gaza, nella fredda, "chirurgica", macabra, e, secondo il rapporto dell'ONU colpevole di crimini contro l'umanità, operazione "Piombo Fuso".
1400 morti, 1400 vivi: che ogni morto si prenda cura di un vivo. Compresi i 400 bambini rimasti ammazzati, tra gli altri.

Voglio fare un grande sforzo di concentrazione per dedicare uno slancio della mia energia umana a questi 1400 "goy" che stanno rischiando la pelle per distaccarsi, eticamente, umanamente, da ciò che non sarebbe mai dovuto essere neanche concepibile, e che invece è successo sotto gli occhi di tutti, con il silenzio/assenso di tutti.
Se YHWH esiste davvero, ed è davvero l'unico dio, temo che tutti voi, tutti noi, siamo fregati. Ma se esiste ancora un significato per la parola umanità, allora possiamo farci calore l'uno con l'altro. E fare un passo faticoso verso la giustizia, il rispetto e l'uguaglianza. Nonostante le bocche dei mitra che tra tre giorni saranno spianati contro le vostre facce. Grazie.

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