Carlo Cuppini

sabato 16 aprile 2011

Riflessioni in morte di Vik Utopia

L'omicidio di Vittorio Arrigoni mi ha spezzato il cuore. Non solo perché leggevo le sue parole e ascoltavo la sua voce frequentemente. Ma per quello che erano le sue parole, la sua voce.
Guardate uno qualunque dei suoi video messaggi su youtube, per sapere che genere di uomo era Vittorio Arrigoni, che si firmava Vik Utopia. Di che natura era la scelta che aveva fatto.
Guardate la sua lettera a Saviano - l'eroe che non voleva esserlo - e poi pensate alla sua morte, per capire in quanti modi si può essere "eroe senza volerlo essere".
Vittorio Arrigoni era necessario a tutti noi, prima ancora che ai Palestinesi di Gaza a cui portava aiuto, in tempo di pace e in tempo di guerra.
Ora ricade su di noi il problema: come fare a compensare il silenzio della sua voce, da ieri in poi?


Oltre al dolore e allo sconcerto, bisogna cercare di capire. Non è facile. Ma bisogna tentare di mettere insieme le idee. Le idee proprie. Perché difficilmente qualcuno ci racconterà delle verità, da quell'inferno.

Ecco alcune considerazioni.

- Nessun gruppo o setta islamista e jihadista ha mai manifestato alcuna ostilità verso gli attivisti internazionali presenti a Gaza.

- A quanto ci è dato sapere, non è mai esistito nessun gruppo legato ad Al-Qaida a Gaza. E i diversi gruppi salafiti di Gaza, per loro stessa ammissione, non hanno niente a che vedere con al-Qaida.

- negli stessi siti di riferimento di al-Qaida sono stati pubblicati banner che dichiarano "criminale chi ha ucciso Vittorio Arrigoni"

- Tra ieri e oggi tutti i gruppi salafiti presenti a Gaza hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in cui condannano l'omicidio negando completamente ogni coinvolgimento.

- Vittorio Arrigoni era già stato condannato a morte, qualche anno fa. Non da gruppi islamisti, ma attraverso un proclama pubblicato sul sito americano sionista www.stoptheism.com (dove ISM sta per international solidarity movement). Andate a visitare il sito oggi stesso. Troverete rivoltanti affermazioni di giubilo, e questa frase: "il modo migliore che conosco per promuovere la pace è incoraggiare i terroristi a continuare a uccidere altri sostenitori del terrorismo [come Arrigoni]. Potrei stilare una lista dei nomi, se tornasse utile a qualcuno".

- Il portavoce di uno dei principali gruppi salafiti presenti a Gaza ha affermato in un comunicato stampa: "Noi condanniamo atti di questa natura. Sono contro l'Islam e contro il retaggio religioso palestinese. Si tratta di una mossa volta a gettare discredito sulle realtà salafite. Nella mendace rivendicazione però, individuiamo anche l'obiettivo di indebolire la solidarietà internazionale alla vigilia della Freedom Flotilla. Non escludiamo una macchinazione dall'esterno, da Israele" (Infopal).


- Nel video-messaggio i rapitori affermavano che il loro scopo era usare Arrigoni come moneta di scambio per ottenere il rilascio di alcuni prigionieri salafiti da parte della forze di Hamas. Per quale motivo al mondo avrebbero dovuto ammazzarlo prima dello scadere dell'ultimatum? Pochissimo tempo  dopo avere diffuso il messaggio, o addirittura prima?

- Questa tragedia è un problema per Hamas, che rischia di apparire indebolito nel controllo che esercita sulla Striscia; è un problema per la popolazione di Gaza, che sapeva bene chi fosse e da che parte stesse Vittorio (lo hanno dimostrato le grandi manifestazioni di rabbia e affetto di ieri e oggi a Gaza e in tutta la Cisgiordania); è un problema per i salafiti, verso i quali risulta ormai legittimata una persecuzione feroce da parte di Hamas e non solo.

-  Vittorio Arrigoni era giunto a Gaza con la prima Freedom Flottilla, e lì era rimasto. Era la sola voce italiana, e tra le pochissime non arabe, a mandare bollettini da Gaza, documentando i continui bombardamenti israeliani, passati sotto silenzio da tutti i media (i corrispondenti internazionali stanno tutti a Gerusalemme!). Ecco l'ultimo, di sabato scorso, apparso sul suo blog guerrillaradio.iobloggo.com:

09/04/2011
Ore 19:15 locali.










Un drone israliano, un veivolo comandato a distanza responsabile dell'uccisione di donne e bambini in queste ultime ore nella Striscia ha appena bombardato a Est di Zaitoun, Sud Est di Gaza city, a circa 200 metri dalle abitazioni della famiglia Samouni.
Il caso "Samouni" è uno degli attacchi terroristici più efferati della storia d'Israele.
Agli inizi di gennaio, 29 membri della stessa famiglia vennero massacrati senza pietà dall'esercito israeliano.
Erano tutti civili. Per lo più donne e bambini.
Stay human
Vik da Gaza city
Ps. Poco fa bombardamenti a Sudania, Nord della Striscia di Gaza: 3 feriti, uno dei quali in fil di vita

- Da un po' di tempo l'esercito israeliano ha ripreso a seminare morte nella Striscia. Nonostante la tregua dichiarata, e rispettata, da tempo da Hamas. Oggi stesso un nuovo pesante bombardamento che ha demolito diverse abitazioni civili. Dava fastidio una voce non palestinese che raccontasse, filmasse, denunciasse puntualmente tutto questo.
In ogni caso ora non lo farà più nessuno, perché Vittorio era il solo. Non ci sarà più dato sapere quando un drone bombarda Gaza city, e con quali conseguenze. Più d'uno, tra i criminali di guerra ai vertici dello stato, dell'esercito e dei servizi segreti di Israele, da ieri hanno una seccatura di meno.

- Vittorio era molto legato alla vicenda della Freedom Flottilla. Con la prima era arrivato in Palestina, anzi, suo malgrado, in Israele: era stato arrestato, incarcerato a Tel Aviv dai militari, torturato. In occasione della seconda, l'anno scorso, durante i preparativi per l'accoglienza (mancata) delle navi a Gaza, è stato di nuovo arrestato, e di nuovo torturato. In quell'occasione Israele ha rischiato di perdere la sua credibilità internazionale, per via del comportamento adottato contro gli attivisti. 
E, guarda caso, tra un mese e mezzo è prevista la partenza della nuova Freedom Flottilla, con navi da diversi paesi d'Europa compresa l'Italia. Israele sa che non potrà comportarsi come la volta precedente, forzando la mano e sparando su navi civili cariche di civili e beni di prima necessità. Ma sa anche che la FF rischia di dimostrare oggettivamente il crimine mostruoso dell'isolamento imposto illegalmente a Gaza. Infatti, dopo l'ultima FF, Israele era stato obbligato a mollare parzialmente la stretta, consentendo ad alcuni beni di estrema necessità, come farmaci, cibo, cemento, attrezzature mediche, di essere introdotti a Gaza.
Quale idea migliore, per uscire da questa impasse, che operare a monte, dissuadendo gli attivisti dal recarsi a Gaza e dall'organizzare altre FF? E come ottenere questo, se non... ammazzandoli?

Qualcuno mi darà dell'antisemita e del complottista, per via di queste considerazioni. Intanto nei giornali di destra italiani si è letto di tutto: che è stato Hamas a uccidere Arrigoni, che Arrigoni guadagnava un sacco di soldi... E' la stessa destra che accusa le Procure di essere come le BR, dimenticando che le BR ammazzavano i giudici. E' la stessa Italia da "1984" di Orwell.
Rispondo anticipatamente che se oso ipotizzare questi scenari, è perché lo stato di Israele ci ha già - da tempo, da molto tempo - abituati a pensarlo come capace di tutto. Se due anni fa ha potuto ammazzare 1500 persone inermi, civili, rinchiusi in un lager a cielo aperto e impossibilitati a scappare, tra i quali si contano 350 bambini, in venti giorni di bombardamento a tappeto, allora non c'è crimine che non sia verosimile, quando si parla di Israele. 
Questo è la lezione che Israele ci ha voluto dare. 
E, chi non è completamente accecato dalla mistica mediatica orwelliana che ci domina, deve averla imparata.

Nobel per la pace alla memoria di Vittorio Arrigoni e all'International Solidarity Movement.


Per approfondire consiglio questa agenzia stampa italiana specializzata sulla Palestina:
http://www.infopal.it/leggi.php?id=18124

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