Carlo Cuppini

sabato 13 ottobre 2012

bollettino #46: nonostante (cambia)

– nonostante, introdotto dal "ma", con la certezza dell'avverbio, in barba alle preposizioni – ogni "a" cela un "per" – a discapito del verbo, che in principio era qualcosa, di grosso, era o almeno, c'era, eravamo – e gozzovigliano a stento, a fatica, con sforzo, dandosi il cambio quando è troppo, tutti insieme all'unisono, senza alternanza, soffiandosi il naso, prescindendo dall'esito della partita, a costo di scottarsi le dita, scorticarsi per applaudire, la portata, pronunciando esametri alessandrini, a casaccio, dal naso, stentando, starnutendo, barcollando, vivendo di stenti, seduti sul seggio, sul trono, sul desco, la pancia a tutto tondo, per la portata dei fatti, riguardo allo stomaco, al ventre, prominente, sporgente, compattato tra i panni, costretto, tenuto da elastici, costipato, a tutto discapito del verbo "liberare", riflessivo, "liberarsi", con valore intrinseco, interiore – escrementizio, "evacuare", in caso di incendio doloso, evacuare gli interni, l'interno, il ministero, il sottosegretario, dall'intestino, de gennaro – ancora un delitto – bambino rapito da scuola, faccia fracassata ad un vecchio, diciannovenne autistico arrestato – ancora un delitto, di polizia, uno al giorno, di che colore, del sangue nell'intestino, fuori dall'intestino, a rivoli, sulla faccia, per san gennaro, di un manganello napoletano, di avellino, ancora le scuse del capo, l'ex capo, non se ne può più delle scuse, gli ex voto – mi scusi, ci scusi, si scusino, grazie – del voto d scambio, il vuoto a rendere – e mangiano ancora, l'8 dicembre, buon compleanno, immacolata, nessuna macchia, non lavare, concezione, questo sangue – oppure il 14 agosto, buon compleanno, quasi ferragosto, quasi assunzione – calabrese – tutti assunti, nessun licenziato, quantunque omicida – comunque ridendo, poliziotti, politici, rischiando l'infarto, poliuretano, in assenza di preposizioni principali, sempre cantando, girando intorno alla cosa, col gerundio, col maltempo, anche controvoglia, per mestiere, con un certo fastidio, per amore di patria, ingrassando con molto dolore, col lucido delle scarpe, un unico lungo discorso, pieno di coordinate, introdotto dal "ma" – rispetto all'avverbio in questione, senza rispetto, il verbo, il verbale, che era in principio, che c'era ora è sempre, e il senso non cambia –

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