Carlo Cuppini

sabato 6 ottobre 2012

Proclama della vittoria nel parco (I parte-sette ottave)


1.
rimbalza sempre sui piedi
non vede al di là del suo naso
tuttavia ritiene opportuno
dichiarare guerra agli spigoli
bombardare i granelli di polvere
lanciare aeroplanini senza pilota
produrre boati schiacciando
un bicchiere di plastica tra le dita

2.
una pioggia mortale da ogni lato
ma si sfida l’attesa restando
attaccati all’origine allo zampillo
acqua fresca da sotto il marciapiede
pulire gli occhi dalla cenere
ogni volta che non si riesce a vedere
altro che la palazzina e l’esplosivo
in cinque secondi si sbriciola

3.
camminano mano nella mano
lui a testa alta anche se non ci vede
lei molto curva molto china lo guida
avanti e indietro tra platani e siepi
intorno il frastuono degli autobus
ai quattro lati sempre lo stesso
passa una vita
camminano mano nella mano

4.
dentro l’orecchio il labirinto
la cornetta maledette campane
forse l’ultima volta che sento la sua voce
ripiegato a conchiglia sulla panchina
quelle non la smettono di rintoccare
vedo persone sul bordo della strada
schierate fronteggiano ciascuna un animale
tutto è rimandato a domani

5.
guarda quel fiore
sembra la vita
lo ritrai con la punta dell’anulare
sopra il dorso della mano destra
poi entri piano nel lago
cammini fino a sparire nell’acqua
secondo gli ordini del mastino
e tua madre ti tiene per mano

6.
sono stelle a cadere
non missili non incisivi
non desideri
stelle finite lampadine a incandescenza
svitate svuotate
precipitano nel chiarore del neon
propagato dai densi liquami
con cui ci baciano i piedi

7.
in disparte
persevera per propiziare
si tira le guance
con bacchette d’acciaio
senza battere ciglio
scorrono lacrime
rigano guance mentre guarda lontano
e non ha un solo motivo per gridare

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