Carlo Cuppini

sabato 13 marzo 2021

Un affresco, una poesia

 

























Chiesa di Santa Trinita, Firenze




Siamo la parte dell’affresco che scompare

il pigmento che sprofonda nei pori

siamo il tratto interrotto sull’intonaco

l’incarnato volatilizzato.


Siamo quello che resta dall’erosione

l’invisibile al di là della barriera

la membrana che separa e collega

frammenti d’oro dispersi nell’aria.


Siamo lo sfocarsi nella memoria

la domanda posta alla parete

siamo lo sguardo su noi degli antenati

l’impressione che rimane. 


Poi niente.

Le mani allentano la presa.

Cadiamo all’indietro.

Nel buio. Soli.



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