Carlo Cuppini

lunedì 26 aprile 2021

Requiem per la vecchia barca dei pirati di San Gaggio

La prima immagine, qui accanto, scattata oggi, racconta il mix di tristezza, curiosità e impotenza dei bambini di fronte allo smantellamento della vecchia nave dei pirati nel parco di San Gaggio. Le altre due, sotto, scattate qualche mese fa, parlano dell'importanza di questo vecchio gioco per centinaia e centinaia di bambini che in questi anni hanno frequentato questo cuore pulsante del quartiere. Se avesse potuto parlare, la vecchia nave – ora ridotta a un mucchio di legni e bulloni smontati – avrebbe raccontato amicizie che nascono, che si sviluppano, corse per ripararsi dalla pioggia, l'emozione di imparare ad arrampicarsi, a scivolare, a lanciarsi. Il piano inferiore della barca, con il suo timone, era luogo di pura immaginazione: quante navigazioni, sul mare di sassolini, schivando squali, balene, galeoni, corsari, iceberg. Il piano superiore era quello interdetto agli adulti: lì i bambini si adunavano, si rifugiavano, confabulavano.

Questa nave è stata ambientazione, catalizzatore e testimone di passaggi fondamentali nello sviluppo di tanti bambini, che oggi hanno osservato con gli occhi grandi, attraverso i buchi nella rete arancione, il suo smantellamento a colpi di martello.
Non intendo fare una polemica sterile e populista: il Comune di Firenze avrà progettato di sostituire questo vecchio gioco, non ancora fatiscente, con uno molto più bello, più stimolante, più sicuro, più adatto a questo tempo. Non ne dubito, anche perché ho una sincera stima per chi a Firenze si occupa di verde pubblico: una persona che vedrei bene sulla sedia della prima cittadina.
Tuttavia, la prima fotografia, scattata oggi, ci parla anche dalla distanza tra le istituzioni e i bambini, che osservano le manovre decise nel Palazzo senza nulla poter sapere del destino dei loro luoghi, dei loro giochi, delle strutture che sono state sfondo delle loro relazioni, degli appigli materiali di infinite immaginazioni. Per evitare questo piccolo, minimo, enorme, doloroso scossone, sarebbero bastate: una stampante, una macchina per plastificare, 4 puntine da disegno. Poi 30 secondi per buttare giù il seguente testo, o qualcosa di simile: "Cari bambini, lunedì 26 aprile smonteremo la vecchia barca dei pirati a cui siete tanto affezionati. Non dovete essere tristi: la vecchia barca aveva fatto il suo tempo, ed è venuto il momento di sostituirla. Al suo posto metteremo una magnifica ... (completare con il nome e la descrizione della struttura che è prevista in sostituzione). Siamo certi che vi piacerà, e che vi potrete divertire più di prima. Però ci piacerebbe sapere il vostro parere. Perché non ci scrivete le vostre impressioni e i vostri consigli a questo indirizzo email? (completare con indirizzo email, tipo ilpareredeibambini@comunedifirenze.it). Un'ultima cosa: prendetevi cura di questo bellissimo giardino. C'è bisogno dell'impegno di tutti, anche del vostro, per mantenere belle le cose che sono di tutti!". Infine, 20 minuti di tempo di un addetto del Comune – comprensivi del tempo necessario a spostarsi dall'ufficio al giardino e ritorno – per attaccare il foglio opportunamente plastificato (contro il rischio di pioggia) sul cancello o sulla bacheca in legno che campeggia all'ingresso.
Ecco un'idea tanto semplice quanto lontana dalla sensibilità delle istituzioni nostrane: coinvolgere i bambini e i ragazzi nei processi decisionali; almeno (e sarebbe veramente il grado zero) nel senso di informarli, con una comunicazione adeguata, delle novità che li riguardano: non parlo neanche dell'idea di interpellare la popolazione infantile su ciò che sarebbe più gradito, utile e urgente, avendo dei denari da destinare ai luoghi e alle cose che sono per loro, e soltanto per loro.

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