Carlo Cuppini

giovedì 3 giugno 2021

Vaccino e minori: il dovere di un dibattito onesto e di un'informazione corretta

Da oggi in alcune regioni italiane si possono prenotare i vaccini per gli adolescenti dai 12 anni. Bene per i giovani fragilissimi. Sull’opportunità di vaccinare tutti gli altri – adolescenti e ragazzi sani, o non esposti a significativi rischi – il livello del dibattito politico e lo stato dell’informazione in Italia sono scorretti in modo sconcertante, e questo è molto grave.
Il tema della vaccinazione destinata a persone non esposte a forme gravi della malattia e nel pieno dell’età dello sviluppo è straordinariamente delicato e controverso. Eppure certa stampa italiana e certa comunicazione politica, e anche istituzionale, vogliono far passare l’idea che la comunità scientifica sia unanime nel sostenere la necessità della vaccinazione in età pediatrica.
L’idea, propagandata da diversi commentatori influenti, che il ragazzo che si vaccina sia un eroe e quello che non lo fa sia un vigliacco e un traditore, sta creando una pressione indebita e violenta sugli stessi ragazzi e sulle loro famiglie.
Sulla falsa convinzione di una unanimità tra scienziati e su questa retorica ricattatoria molte persone baseranno scelte disinformate e “obbligate” per conto dei propri figli.
Evito ogni altro commento personale, perché ho già detto come la penso, e perché come la penso io non conta nulla. Conta però che l’informazione non sia manipolata e manipolatoria, e che congetture e ipotesi non siano spacciate per certezze assodate, da parte di scienziati evidentemente pronti a sconfessare i fondamenti stessi del metodo scientifico. Chi lo fa, si carica di una responsabilità drammatica, tanto più perché legata alla salute dei minori, che devono godere di una tutela speciale, oltre che per inderogabile dovere morale, per obbligo di legge (176/1991).
Mi limito quindi a riportare una “rassegna stampa” che dà conto di posizioni che vanno ben oltre la dabbenaggine incosciente del “vaccinate bambini e ragazzi perché non c’è problema”.
Ognuno poi si faccia le sue idee e prenda le sue decisioni.
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Adam Finn, professore di pediatria Università di Bristol, capo del Bristol Children's Vaccine Centre, presidente del gruppo consultivo tecnico europeo di esperti sull'immunizzazione dell’OMS, membro del gruppo consultivo strategico di esperti dell'OMS (29 maggio): “Children transmit Covid to some extent, although they rarely suffer badly from the disease themselves. If you offer them vaccines, then you put them at risk of possible side-effects – so there really needs to be some significant, tangible benefit to them, not just the indirect protection of adults from Covid-19.” ["I bambini trasmettono il Covid in una certa misura, anche se raramente soffrono gravemente della malattia stessi. Se somministri loro i vaccini, li esponi al rischio di possibili effetti collaterali. Quindi ci deve essere davvero un beneficio significativo e tangibile per loro, non solo la protezione indiretta degli adulti dal Covid-19" - trad. mia]
Francesco Menichetti, primario di malattie infettive all'ospedale di Pisa (27 maggio): “Dobbiamo pensare che il rischio potenziale di un vaccino relativamente nuovo lo accetti in virtù di un beneficio che è molto consistente. Ed è così nella fascia più avanzate di età. Ma mano a mano che scendi con l'età questo beneficio si riduce. Per questo dico riflettiamo.”
Andrea Crisanti, microbiologo università di Padova (1° giugno): “[Nei giovanissimi vaccinati dai 16 anni i CDC] hanno trovato casi di miocarditi sospette. La miocardite è una complicazione che non va sottovalutata. Non si sa quanto impatto abbia sulla funzionalità cardiaca negli anni. Mi spiego, se un giovanissimo guarisce dalla miocardite ma con una funzionalità cardiaca compromessa del 10%, è una cosa gravissima. È importante il modo in cui guariscono. Con che capacità cardiaca. E questo deve essere approfondito.”
Eduardo Missoni, medico e docente di Global Health all’Università Bocconi (26 maggio): “i rischi da malattia nei bambini sono decisamente ridotti e anche, il cosiddetto long Covid, avrebbe una durata breve e priva di significative conseguenze, a fronte di rischi non noti a lungo termine, o su larga scala, derivanti dalla inoculazione di prodotti transgenici nell’organismo in rapida evoluzione del bambino”
Appello di epidemiologi, farmacologi, medici, pedagogisti, giuristi italiani, tra cui Sara Gandini: “A fronte di benefici minimi nei giovani [fatta eccezione per i soggetti fragili, ai quali è consigliato i vaccino - sintesi mia per dovere di completezza], c’è comunque la possibilità seppur remota di eventi avversi conosciuti e comuni, anche se probabilmente in gran parte reversibili. La vigilanza post-marketing delle vaccinazioni è iniziata da poco; le informazioni su eventi rari ma pericolosi si potrebbero presentare nel corso degli anni.”
Editoriale del "British Medical Journal" (1° maggio): “vaccinare i bambini porterebbe probabilmente a tassi di infezione inferiori ma a tassi di mortalità più elevati.22 Inoltre, a seconda della durata relativa dell'immunità indotta da vaccini e infezioni e il tasso di cambiamento antigenico virale, la vaccinazione dei bambini potrebbe aumentare la frequenza di grandi epidemie stagionali, portando a un aumento complessivo della morbilità e della mortalità indotte dal virus.” (trad. mia)
Lettera aperta di 40 ricercatori britannici (23 maggio): “noi stiamo sollevando queste preoccupazioni come parte di un dibattito informato, che è una parte vitale del corretto processo scientifico. Dobbiamo assicurarci che non si ripetano le tragedie del passato che si sono verificate soprattutto quando i vaccini sono stati immessi sul mercato in fretta. Per esempio, il vaccino per l’influenza suina Pandemrix, lanciato dopo la pandemia del 2010, ha provocato oltre mille casi di narcolessia, in bambini e adolescenti, prima di essere ritirato Anche Dengvaxia, un vaccino contro la dengue, è stato distribuito ai bambini prima dei risultati completi della sperimentazione, e 19 bambini sono morti per un possibile potenziamento anticorpo-dipendente (ADE) prima che il vaccino fosse ritirato. Non dobbiamo rischiare il ripetersi di questi eventi con i vaccini Covid-19 (…) I bambini ad alto rischio possono ricevere la vaccinazione per motivi compassionevoli. (…) Le attuali evidenze disponibili mostrano chiaramente che il calcolo del rischio rispetto al beneficio non supporta la somministrazione di vaccini sperimentali ai bambini, che non hanno praticamente alcun rischio da Covid 19, mentre affronteranno rischi noti e sconosciuti dai vaccini”.

Articolo sul "British Medical Journal (7 maggio): “Covid vaccines for children should not get emergency use authorization”: https://blogs.bmj.com/.../covid-vaccines-for-children.../...
Casi di miocardite tra giovanissimi vaccinati in Connecticut (24 maggio): https://www.nbcconnecticut.com/.../connecticut.../2494534/
Appello di Medicina Democratica e 1000 medici italiani per una moratoria (14 maggio): “Si ritiene che la vaccinazione da sola non possa portare alla immunità di gregge, quindi attualmente non esiste una giustificazione altruistica o etica nel vaccinare i bambini al fine di proteggere le popolazioni a rischio, già oggetto di un’intensa campagna vaccinale.
I vaccini anti-COVID-19 sono tuttora oggetto di sperimentazione e hanno ricevuto autorizzazioni condizionate da parte dell’EMA, perché i dati attuali su sicurezza ed efficacia sono insufficienti per approvazioni complete. Solo con buoni sistemi di sorveglianza attiva (come quella che si attua nelle prime settimane degli studi clinici controllati randomizzati (RCT) si evitano grossolane gravissime sottostime di frequenza e gravità delle reazioni avverse a breve termine e si possono stimare gli effetti a medio-lungo termine.
Temiamo che in questo momento ci sia una sottostima degli eventi avversi. Reazioni anafilattiche, che possono essere mortali se non trattate subito in modo efficace, insorgono in minuti od ore dopo la vaccinazione. Non sono immediati, e per questo ancora sconosciuti, altri effetti gravi, ad esempio sulle piastrine o sulla pressione arteriosa (i vaccini, analogamente a questo virus, esprimono la proteina spike e interferiscono con la regolazione di pressione arteriosa e flusso polmonare).24 Vaccini realizzati con tecniche innovative possono avere effetti anche diversi da quelli finora riconosciuti. C’è la teorica possibilità di ADE (Antibody-Dependent Enhancement),25 con rischio di malattia polmonare più grave quando un vaccinato incontra i virus circolanti. L’incidenza, oggi modesta, della sindrome infiammatoria multisistemica temporalmente correlata a COVID-19 (MIS-C) nei bambini potrebbe aumentare in conseguenza delle vaccinazioni,26 alla stregua della VAED (Vaccine-Associated immune-mediated Enhanced Disease), causata dall’interazione tra gli anticorpi indotti dal vaccino contro la Dengue e ceppi diversi del virus selvaggio, o della VAERD (Vaccine-Associated Enhanced Respiratory Disease), una reazione respiratoria grave manifestatasi nel 1967 con il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale, il cui inoculo non produceva anticorpi protettivi verso un successivo contagio con il virus selvaggio. Stanno emergendo anche casi di trombosi dei seni venosi cerebrali con trombocitopenia successivi alla vaccinazione.
Esiste, infine, il rischio di reazioni autoimmuni attraverso un priming patogeno per somiglianza con proteine umane di quasi tutte le parti di antigene (epitopi) del virus SARS-CoV-2 a cui si legano gli anticorpi specifici immunogenici. È palese però che il bilancio tra rischi e benefici attesi andrebbe comunque stabilito da una analisi condotta sul lungo periodo. Anche solo alla luce di queste incertezze e alla peculiarità delle aspettative di vita dell’età pediatrica, il principio di precauzione ci impone di non cedere alla fretta di vaccinare i bambini finché non si avrà una conoscenza sufficiente delle implicazioni di questa vaccinazione”
Canadian Covid Care Alliance (28 maggio): “Recent studies suggest that the spike protein produced in response to vaccination, may bind and interact with various cells throughout the body, via their ACE2 receptors, potentially resulting in damage to various tissues and organs. This risk, no matter how theoretical, must be investigated prior to the vaccination of children and adolescents.” [Studi recenti suggeriscono che la proteina spike prodotta in risposta alla vaccinazione, può legarsi e interagire con varie cellule in tutto il corpo, tramite i loro recettori ACE2, con conseguenti danni a vari tessuti e organi. Questo rischio, per quanto teorico, deve essere studiato prima della vaccinazione di bambini e adolescenti.” - trad. mia]
Luigina Romani, immunologa e microbiologa, ordinario di Patologia generale all’università di Perugia (3 giugno): “Vaccinare i giovani serve anche a prevenire nuove varianti?”. “In realtà le varianti emergono nei soggetti il cui sistema immunitario non funziona bene, quindi certamente non tra i giovani.”
Infine un'ampia rassegna di differenti posizioni: https://www.asbmb.org/.../do-kids-really-need-to-be...

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