Carlo Cuppini

domenica 6 dicembre 2009

63 - eccola, la poesia di Giovanni

L'acrobata

Con maestosità entri in scena, e con maestria conquisti l'attenzione del pubblico.
Tutti sono fermi lì, con il fiato sospeso e il cuore che batte.
La tua bravura, la tua perfezione è meravigliosa, tutti si chiedono: come fa?
Senza rete ogni sera ti esibisci, senza paura ti scontri con la morte, e tutti si chiedono perché, cosa ti spinge a tanto?
Io lo so, e anche se non sono un'artista come te, comprendo la tua forza, perché è la mia vita che mi chiede di essere un'acrobata.
No, io non ho un pubblico, io no amico mio.
Il mio pubblico è la mia vita, unica ragione di mostrare che non mi arrenderò giammai, perché anche io ogni giorno mi esibisco senza rete, e fino a quando i miei muscoli, la mia volontà me lo permette io ti stupirò “vita amara” e tu mi dovrai dire: bravo come fai?
E' semplice, sono un'acrobata.

[Ciao Giovanni, se mai il caso fosse così strano e benevolo da portarti fino a questa militanza del fiore...]

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