Carlo Cuppini

martedì 5 giugno 2012

Nel forno


Stecchito sul pavimento
faccia a terra
le braccia lungo il corpo
osservo da vicino una piastrella
conto gli atomi che la compongono:
sono dispari
anche se quella è quadrata
e qualcosa non torna.
Biscotti fioccano dall’alto nel frattempo
mi feriscono leggermente alla schiena
incuneandosi nella pelle.
Milioni di formiche banchettano sul groppone
con i frammenti integrali
salutari naturali senza aromi
rimasti talvolta inesplosi.
D’altronde nel forno
si sta cuocendo
un futuro nero.

1 commento:

  1. Alcuni veloci spunti di analisi dalla poesia “Nel Forno”


    Elementi che funzionano:



    1)

    “Biscotti fioccano ...”

    “con i frammenti integrali
    salutari naturali senza aromi”

    presenza di pezzi di linguaggio pubblicitario: se ne rivela ingenuamente l'insensatezza ingannevole.

    2)

    “Stecchito sul pavimento
    faccia a terra
    le braccia lungo il corpo
    osservo da vicino una piastrella”

    “mi feriscono leggermente alla schiena
    incuneandosi nella pelle”

    esperienza poetica (fattiva) del corpo: il mondo letterario, autoriflessivo, è un catalogo di tecniche ed esperienze, ma non può rappresentare il cuore della poesia. Il poeta sperimenta emotivamente situazioni quotidiane, per cambiare il modo di sentire (ma anche di concettualizzare) il mondo.

    3)

    “osservo da vicino una piastrella
    conto gli atomi che la compongono:
    sono dispari
    anche se quella è quadrata
    e qualcosa non torna.”

    critica del linguaggio come sistema di categorie fisse.



    Elementi che non funzionano:

    4)

    “Milioni di formiche banchettano sul groppone”

    Distorsione della percezione di tipo televisivo-cinematografico. E' un immagine di cui non si è fatta esperienza, rimanda a qualcosa di falso, di cui non si ha una diretta testimonianza. A differenza del punto 3) qui il linguaggio non viene messo in discussione ma viene occultato, usato come mezzo per un mondo astratto, lontano dal corpo.

    5)

    “Stecchito … osservo”

    “D’altronde nel forno
    si sta cuocendo
    un futuro nero.”

    Si vuole esprimere un messaggio di denuncia sociale: il corpo è svilito, svalorizzato, sconfitto, martirizzato.
    Si potrebbe invece esprimere un metamessaggio: scoprire l'incredibile ricchezza emotiva del corpo. Solo creando un linguaggio del corpo ci si può finalmente liberare dell'Io (o dell'anima, o della mente, o comunque di quel senso di inganno a cui spesso associamo l'aggettivo “occidentale”).
    Quello che cerco è una poesia che superi il linguaggio, che faccia fare un tuffo in tutto ciò che è non-linugaggio. Cerco un modo di superare l'eloquente postulato: “in principio era il verbo”.

    Le tue poesie sono molto interessanti,
    saluti,
    Marco.

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