Carlo Cuppini
▼
domenica 18 maggio 2014
Satellite
Una notte quasi limpida, molte stelle nel cielo, un'ampia porzione di cielo, da est a ovest, una lucciola pulsa nel prato, accanto alla mucca di gomma di Maia, stamattina i boccioli della rosa erano tutti chiusi, stasera uno si è aperto, si vede il giallo gonfio dei petali, domattina sarà spalancata. Un pianeta rosso, molto luminoso, sopra la testa, probabilmente Giove, o Marte, non sono sicuro, un pezzo del grande carro proprio allo zenit, e un'altra costellazione, familiare, che un tempo avrei saputo riconoscere, ma oggi non più. Un aereo da ovest a est, subito dopo un satellite artificiale da est a ovest. Molti anni fa, quando ho scoperto che si potevano distinguere a occhio nudo i satelliti artificiali, e ho imparato a riconoscerli, mi emozionavo a seguire la loro traiettoria luminosa nel nero, finché all'improvviso non sparivano, entrando nella grande invisibile ombra gettata dalla terra nel cosmo. Questo satellite invece sparisce dietro i tetti senza essere scomparso, proprio perché va a ovest verso il sole tramontato da poco. Forse un satellite spia, o più probabilmente di qualche di qualche telefonia, il che è lo stesso. Ma non importa. Forse, una volta scomparso alla mia vista, dietro l'orizzonte, si schianterà con un altro satellite, di un'altra nazione, e i rottami cadranno nell'oceano atlantico o tra le dune di un deserto senza nome. Questo è ciò che accade durante il tempo della quarta sigaretta, da quando, quattro giorni fa, ho ricominciato a fumare.