Carlo Cuppini

martedì 31 gennaio 2012

Rosignano Solvay blues



fosforo bianco, bianche spiagge, forfore,
fosfolipidi e lapidi giganti per balene
spiaggiate, spogliate, sputtanate, spolpate, gonfie
di colpa intossicante, riciclata, petrol-chimica,
utile a sbiancare caso mai la pellaccia africana,
se strofini grossi granuli di clorometano su facce affogate,
devastate nei CIE, in fondo al mare, perossido 
di ideogeno, per dio, il pigmento se ne va,
con la vita, l’anima peraltro non pervenuta, con le zie
incollate al programma, televisivo, pronte a fare le badanti
a se stesse, dopo l’esplosione degli ospedali, domani, deportazione
su Marte, una volta schiarita la pelle, scorticata, sgrassata, scottata,
come canocchie vive a bollire, ricucendo i fori dei proiettili
negli zigomi, chirurgia a basso costo su internet, estetica,
purché non abbiano centrato le pupille, frammenti
di occhi sugli scogli, taglienti, invetriati, di acidi cloridrici,
sanguinano i molluschi in processione, piedi feriti,
le pinne amputate, nella zuppa cinese, tracheotomia
per il tricheco, servito nel piatto con le spugne
di trito di fegato umano, rigurgito tragico, bicarbonato,
i granchi scattano tutti in avanti, inseguiti dall’angelo
sbiancato di soda, non puoi più vedere,
nessuno taglia il traguardo

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