Carlo Cuppini

sabato 19 settembre 2020

La regola dei 15 minuti e la Teoria della relatività a scuola

Come funziona Immuni? Se sei stato per almeno 15 minuti a distanza ravvicinata con un positivo ti avverte del rischio contagio. Come per almeno 15 minuti?! Sì, quello è il tempo minimo per rischiare di infettarsi stando a “contatto stretto” (sotto i due metri) con un malato. Non lo sapevate? Be', capisco: del resto, pur essendo terrorizzati, ligi fino alla morte agli ordini del governo e pronti a redarguire chiunque porti la mascherina sotto il naso, voi non avete scaricato Immuni.

martedì 1 settembre 2020

Dalla parte dei bambini e dei ragazzi (contro le mascherine nelle scuole)

Articolo pubblicato su L'Ortica del Venerdì

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"Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare." (Mt, 18,6)

 

Dopo estenuanti incertezze, il 31 agosto il Comitato Tecnico Scientifico ha dichiarato che nelle scuole di ogni grado bambini e studenti potranno togliersi le mascherine in condizioni di staticità e dove sia garantita la distanza di un metro. Viene specificato che, riguardo alla scuola primaria, questa concessione è fatta “per favorire l'apprendimento e lo sviluppo relazionale”, riconoscendo quindi che la mascherina è un potenziale ostacolo agli obiettivi principali che la scuola persegue. Quindi ha vinto la tutela dell'infanzia e va tutto bene? No.

 

Il modo in cui il dibattito pubblico sull’obbligo di mascherina nelle scuole si è svolto dà la misura dello scandalo: come se questa imposizione – a prescindere dalla sua eventuale utilità o necessità – non fosse certamente anche una conclamata violenza psicologica e un impedimento allo sviluppo; o una “tortura” come ha detto Elena Donazzan, Assessore all'Istruzione del Veneto.

Ma parliamo un momento della eventuale utilità/necessità della mascherina nelle scuole.

Esistono molti studi scientifici – rafforzati da altrettante evidenze epidemiologiche “sul campo” provenienti dagli altri Paesi che hanno aperto le scuole nei mesi scorsi – che affermano che le scuole non sono luogo di significativo contagio; che i bambini non si ammalano, non si contagiano tra loro e non contagiano gli adulti, se non in modo sporadico e generalmente poco significativo.