Carlo Cuppini

giovedì 1 dicembre 2022

Ai bambini auguro

Oggi è iniziato il periodo dell'Avvento: un momento di grande emozione per i più piccoli.
Oggi alle bambine e ai bambini voglio fare un augurio: che possano non essere mai più considerati e trattati come ammassi di cellule deambulanti in cui inculcare, come unici valori essenziali, l'ipocondria e la fobia di se stessi e degli altri esseri umani. Perché hai voglia a fare finta di niente: questo è stato fatto negli ultimi tre anni; questi semi malati sono stati piantati, e c’è chi ancora oggi si adopera per piantarli.

Lo dimostra la fiaba da incubo "Il bambino che rimproverò Babbo Natale", prodotta sul finire del 2020 dall'Ospedale Bambino Gesù e letta in questo video raggelante da Franco Locatelli, pediatra, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, già coordinatore del CTS del governo Draghi:
https://www.ospedalebambinogesu.it/franco-locatelli.../

Lo dimostra l'indisponibilità dell'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte anche solo a pronunciare la parola "bambini" durante tutto il periodo del primo lockdown – per farlo infine, stizzito, soltanto per negare che il governo avesse deciso di consentire ai più piccoli “l’ora d'aria”, contraddicendo la nota del Viminale, e invitando i genitori, caso mai, a portarli con loro al supermercato.

Lo dimostra l'auspicio fatto nel luglio 2020 dall'allora presidente della Società Italiana di Pediatria Andrea Villani che venisse posto l'obbligo di mascherina a scuola a partire dai tre anni.

Lo dimostra l'esclusione dalla vita sociale, dai mezzi pubblici, dallo sport e dalle occasioni di approfondimento culturale dei dodicenni non vaccinati (negando perfino la possibilità di accesso con tampone negativo nei mesi dell’apartheid chiamato graziosamente super greenpass).

Lo dimostra il video manipolatorio prodotto da "Repubblica" nel dicembre 2021, "Il cavaliere anti-covid", rivolto ai bambini tra i 5 e gli 11 anni, che prometteva che con il vaccino "sconfiggerete il drago e non contagerete genitori e nonni", causando ovvi sensi di inadeguatezza e di colpa in chi, vaccinato e infettato, avrà contagiato i genitori e i nonni. (Al tempo si sapeva benissimo, dati ufficiali alla mano, che il vaccino non impedisce affatto il contagio, ma lo limita parzialmente e soltanto per brevissimo tempo: ma ingannare i bambini, si sa, è ripresa lodevole.)

Lo dimostra la richiesta rivolta al governo a inizio ottobre dell'attuale presidente della Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano, di rivalutare l'obbligo di mascherina a scuola.

Lo dimostra chi deplora l'aumento vertiginoso di suicidi, riusciti o tentati, tra gli adolescenti, registrato negli ultimi tre anni, ma non è disposto a mettere in relazione tra questa sconvolgente esplosione di disagio con la totale indifferenza in cui sono stati abbandonati i minorenni durante la pandemia – per non parlare dell'accanimento politico, istituzionale e mediatico contro tutti loro prima, piccoli untori, e contro una grande parte di loro poi – negazionisti in erba da rieducare subito con le cattive, a partire dai dodici anni (alcuni in area PD, come il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e molti altri suoi omologhi, avrebbero voluto partire anche prima, dai sei anni, con l’introduzione del green pass nelle scuole primarie). 

Lo dimostra il silenzio generalizzato su tutto questo, che è accaduto davvero, sotto gli occhi di tutti, nelle case di tutti, con il consenso di quasi tutti: il silenzio di intellettuali, scrittori, educatori, pediatri, psicologi, giuristi, associazioni. Difendere degli ammassi di cellule deambulanti non valeva il costo umano (e soprattutto professionale) di mettersi contro il muro di gomma del politicamente corretto, che non era mai stato tanto ecumenico.

Per questo oggi auguro con tutto il cuore alle bambine e ai bambini di tornare a essere considerati Bambine e Bambini: in un mondo che prioritariamente, senza condizioni ed eccezioni, li ascolti e si prenda amorevolmente, coraggiosamente e con discrezione cura di loro.

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