Carlo Cuppini

martedì 7 maggio 2024

"Logout: una fiaba distopica e attuale", di Enrico Macioci

Se mi si chiede di indicare una figura di intellettuale oggi in Italia, penso subito a Carlo Cuppini. Carlo ha tutto ciò che occorre: talento, acume, onestà, passione, coraggio. Lo ribadisce anche col suo ultimo lavoro, Logout (Marcos y Marcos editore), una via di mezzo fra distopia e fiaba, che sa rivolgersi ugualmente ai ragazzi e agli adulti.
Perlomeno dal covid in poi, viviamo dentro un mondo evidentemente e fortemente distopico, al punto tale che la storia narrata da Cuppini potrebbe somigliare a un futuro più che prossimo, appena dietro l'angolo. Ci sono tutti i temi cari allo scrittore: la differenza fra realtà e verità, il contrasto fra prosa e poesia della vita, l'ambiguità che può confondere ciò che opprime da ciò che salva, le sacche di un umanesimo da reinventare e custodire, il gusto puro e semplice per l'avventura. E c'è una grande fantasia, capace di trasformare in narrazione gli aspetti per molti versi grotteschi della deriva tecnocratica in atto.
A metà fra Esopo e Huxley, e con un goccio di Huckleberry Finn, Logout è una lettura per madri e figlie, padri e figli; un manuale di sopravvivenza dell'umano che mescola con tatto satira e tragicommedia, fino a mostrarci con chiarezza che il Baratro e il Sesamo, ovvero le due rigide e illusorie alternative proposte nel regno di Malsazia, esistono innanzi tutto dentro di noi, è da lì che traggono nutrimento, ed è lì che possono esaurirsi, lasciando il posto a una consapevolezza più matura, che è poi la nostra unica fondata speranza.

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