lascio l'orma del sogno nel letto – scendo
mi stendo nella pozzanghera nel corridoio – vedo
scendere fiocchi di cemento armato – lievi
sul corpo si sciolgono in cenere – nera
cammino tra la città e il bordo – del mare
montagne di ali d'angeli ammucchiate – pattume
hanno detto: deportazione: partenza – domani
noi siamo in cammino da sempre già – deportati
tra le spiagge senza il mare le scarpe – spellate
ci ricordano piedi che non abbiamo – perduti
e vengono giù bombe come ingiunzioni – commerciali
tra i palazzi di gesso guardiamo il bambino – che muore – seduto – sul sole
e anche qui ti seguo in modo impressionante - nel ritmo stesso trovo la mia stessa necessità di distorcere l'interfaccia per la riapprossimazione al vero. che riesce, qui, e non è poco.
RispondiEliminafabio teti