blog di Carlo Cuppini

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martedì 26 aprile 2011

Il culto

C'è qualcosa di più spaventoso di un despota che tiene in pugno una nazione attraverso l'inganno e la menzogna?
Sì: è un despota che si può permettere di sbandierare con nonchalance le più imbarazzanti e incriminanti verità, senza paura di alcuna conseguenza a suo danno.

Questa paradossale considerazione sorge spontanea dopo il recente show berlusconiano; quello in cui, davanti alle telecamere di mezzo mondo e rivolgendosi in veste ufficiale al Presidente francese, rivela che lo stop al nucleare è stato un atto necessario per bypassare il referendum già in agenda, e poter quindi riprendere il programma tra un anno o due, quando la gente si sarà dimenticata di Fukushima.

lunedì 25 aprile 2011

Linguetta

tra le stelle e il mattino
il sottovuoto del cuore
occhi impastati di saliva
dopo averli leccati senza posa
le farfalle sono già tutte in scatola
tirare la linguetta per aprire
dalla latta s'involano ali
da sotto il letto il plotone
d'esecuzione s'accomoda in bagno
uccidere topi a colpi di tonno
in scatola o a suon di dentifricio
versato incandescente nella vasca
farfalle che oscurano il cielo
formando il segno dell'abisso in verticale
formicolio nelle mani mentre accarezzi
quei capelli quella nuca dimenticati
nel fondo dell'acquario colpire
gli insorti alle ghiandole mammarie manomettere
il sistema linfatico per eseguire
il distacco dall'albero la nube
si sposta sulla fortezza continuano
a piovere ingiunzioni e titolo tossici
già immerse nel petrolio ora avvampano
assieme ai cormorani del Messico tre morti
nell'armadio di Ted Kacinsky detto Unabomber
tutto sommato una cifra risibile peggio
un incidente in auto o sul lavoro o
mille bambini disciolti nella pubblicità del purè
con gli organi interni stipati in scatoletta
promemoria tirare la linguetta 
per rimetterli ognuno al suo posto 
anche se adesso non serve

sabato 16 aprile 2011

Poesia per Vittorio Arrigoni

mettono una accanto all'altra le teste
le nostre poi le fanno scoppiare che dice
dice oggi non si va dal veterinario che i bimbi
i bambini non si curano ormai i bambini
i pezzi di bimbi non si rimettono a posto i bambini
dovranno giocare al dottore da soli che dice che
neanche parlare si può oramai ché una volta
scoppiate le teste non ha senso parlare non ha
non ha voce la storia non ha 
lessico il cuore e la mente e quei pezzi di testa
scoppiati nel vuoto ronzio delle telecamere-rotative
che non ricordano l'odore dello zolfo né sanno
chi è stato e noi qui non 
sanno sappiamo non sanno se chi
se una corda un sacchetto di plastica o cosa
se chiediamo perché o chi mai o chi
chi altri mai se non chi
noi rimasti senza chi senza 
l'ombra di di un uomo di che era
la voce di un uomo che buono coraggio e
la scelta che scelta di vita la vita che voce che volto
che umile buono coraggio non è affatto poco
nel fare nel dire non è
affatto poco che ora qui noi
non sappiamo che dire che fare che noi
ricordare non basta ma che






poesia pubblicata su nazione indiana
http://www.nazioneindiana.com/2011/04/29/poesia-per-vittorio-arrigoni/

Riflessioni in morte di Vik Utopia

L'omicidio di Vittorio Arrigoni mi ha spezzato il cuore. Non solo perché leggevo le sue parole e ascoltavo la sua voce frequentemente. Ma per quello che erano le sue parole, la sua voce.
Guardate uno qualunque dei suoi video messaggi su youtube, per sapere che genere di uomo era Vittorio Arrigoni, che si firmava Vik Utopia. Di che natura era la scelta che aveva fatto.
Guardate la sua lettera a Saviano - l'eroe che non voleva esserlo - e poi pensate alla sua morte, per capire in quanti modi si può essere "eroe senza volerlo essere".
Vittorio Arrigoni era necessario a tutti noi, prima ancora che ai Palestinesi di Gaza a cui portava aiuto, in tempo di pace e in tempo di guerra.
Ora ricade su di noi il problema: come fare a compensare il silenzio della sua voce, da ieri in poi?

venerdì 15 aprile 2011

Lutto

Per Vittorio Arrigoni, che spesso, quasi giornalmente mandava la sua voce fino a noi - sgomento e profonda solitudine - quella della disfatta. troppi i co-responsabili - da parti diverse e opposte - di questo orrore insensato, per poter canalizzare la rabbia. solo una certezza, al momento: la sola strada giusta, per stare tra le cose, nel mondo, amandole, è quella che lui ci ha insegnato. altroché guerre, flussi di denaro, organizzazioni umanitarie miliardarie. 
grazie, hai rischiato tutto. tutto di te resta qua, tra di noi

venerdì 1 aprile 2011

Festina lente

Festina lente – affrettarsi lentamente
vantando l'imbarazzo della mano sinistra
per noi che conosciamo l'impossibile
che abbiamo bagnato i piedi nelle sue acque
prima di metterci in cammino