Calura straordinaria causa allucinazioni agostane: sui viali di Firenze avvistate gemelle slave, a centinaia, vestite da uomo – vestite assai poco. A gambe larghe, mano sotto il mento, ché l’omo riflette, quantunque seminudo. Dice poi non son traveggole è pubblicità, questa russa in mutandoni, fissa tra pensiline, alberi e ponteggi come un cecchino, anzi una cecchina, anzi un cecchino senza pistola né pistolino. L’Irina – seduttiva, persuasiva, coercitiva – c’ha convinti: compreremo le mutande! Qua accanto però c’è un altro poster, dice “il lusso è un diritto” – lo dice Cassel, mica la Camusso. Vincent! Proprio tu? Che in La haine dissacravi le réclame! A darti retta si finirebbe come in UK: sfascia-arraffa per l’ipad! Ma a noi bastan le mutande, le mutande della russa, per sognare un’alba nuova.
Pubblicato su "Cultura Commestibile" n. 30, con "Il Nuovo Corriere di Firenze", 27/8/11
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