Lucchetti d'amor
Grazie Moccia! Federico santo subito! Protettore e sponsor di lucchetti, tu ci hai insegnato le gioie e i dolori dell’amore sotto chiave. Ponte Milvio e mille altri luoghi in tutta Italia ormai e non solo portano i segni metallici installati dai devoti al culto che hai fondato. Qui a Firenze per esempio sul Lungarno, all’affaccio degli Uffizi, c’è un bel cespuglio di catenacci. Frotte di adolescenti né brutti né belli (tutti uguali anche senza essere fratelli, scialbe copie di scialbi modelli) passano il tempo a inchiavardare e schiavardare amori e chiavistelli. A volte gli ci scappa di chiavare. Stamattina però un poeta mi ha insegnato con che gioia si può amare una danzante bambina portoghese: col cuore aperto, spalancato, ignorando lucchetti promesse e serrature. E all’ingresso dell’amore: nessuna chiave.
Pubblicato in "Cultura Commestibile" n.35, con "Il Nuovo Corriere" (edizioni toscane), 1/10/2011
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