Chiedersi dunque chi ha vinto
perché a fronte di questa disfatta
di sicuro c’è qualcuno che ha vinto.
Al momento prevale il pudore:
nessuno che festeggi o che innalzi colonne.
Tanta cautela non si spiega:
per quel che riguarda noi (che non
siamo i vincitori
– è appurato – e non scriveremo la
storia)
siamo del tutto imbelli, per niente
avvezzi alle armi o alla violenza,
inadatti a gesta eroiche,
svogliati anche nell’esercizio
dell’odio
che sarebbe appropriato agli sconfitti.
Non si prospettano rivolte o vendette.
Eppure i vincitori si sfilano,
non banchettano, anzi esigono
risarcimenti, dicono: stiamo
risarcimenti, dicono: stiamo
sulla stessa barca.
Le cime dei pini ondeggiano imponenti
gli uccelli strillano saltando tra i
rami
sembrano governare le fronde col canto.
Ne sono governati.
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