incardinarsi
nel tempo nel
perno
dove
ruota la testa
non
eravamo passati di qua
quando
andavamo
a incendiarle
la poesia sta appesa alla porta
la poesia sta appesa alla porta
carta
da parati e barricata
la
poesia non serve a fare discorsi
si stacca la pelle dalla faccia
il volto plana sulle scarpe
di là già imbracciano i fucili
di là già imbracciano i fucili
in
attesa con l’occhio
sinistro serrato
sinistro serrato
il
destro rivolto alla porta
all’apertura fori sul torace
aria
fresca che passa
al chiuso frullano neonati
al chiuso frullano neonati
non si vede si
sente il rumore
è necessario
produrre materia
per
un’alba staminale
grida la voce: è là
che
si deve andare
spingere con sforzo la porta
ruotare il legno sul cardine
produrre
spingere con sforzo la porta
ruotare il legno sul cardine
produrre
anche un solo cigolio
goccia si stacca dalla fronte
si schianta sul pavimento
goccia si stacca dalla fronte
si schianta sul pavimento
rivoli bianchi allagano
la necropoli sotto
il parquet
qui mi sembra tu dia poi il meglio. la forma breve ti costringe in qualche modo a contrarre (potenziandolo) anche il senso, i rapporti tra le parole, appunto a 'non fare discorsi', a lavorare solo sulla necessità. perdona questi commentini frettolosi, ogni giorno è peggiore del precedente e più corto. conto prima o poi di renderti una lettura come si deve...
RispondiEliminaun abbraccio, f.