blog di Carlo Cuppini

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giovedì 4 ottobre 2012

bollettino #127: emorragico (niente)


– emorragico, sì – quasi mai, spiacevole, sì – ma conta più il quasi del mai – e dove stiamo, o stanziano (devi dire straziano, stazionano, e dire sparecchia, regìstrati), se resisti in esso c’è, colui il quale, di nuovo, iniettato io stesso, emorragico, a sua volta al capitale, altrui dietro, auscultato, con ali – scrollarsi di dosso il labirinto (dispiacente, sì, spiacente), verboso disponibile assiso sul morto, in tavola, acquattato a spolpare – li sparecchiano sì, in resistenza – sì che stava sparendo gratis, disparato, dis – astro, del ciel, ce l’ho lì, tutto, in gola – in gelo su spore a quintali, di dis (gelo identico al, in corsivo di tra) – di sparo, o spero, a più non posso, né egli può, ematico, d’un io, tutto preso – sì sì reso noto, a un non so, o qualunque altra cosa, al dunque ritorno (di apostrofo, elle apostrofo, po con l’accento) – indistolto, allitteratosi, dissepolto all’osso sacro, al dunque nelle piaghe, col verbare are ere – ire avulso dal dire, in fare, in re, che fare, farsene o farse (le spie luminose, che mi amavano), sì, in resi, stenza, ora in re, sidente si duole, sì, derale, de astro, dis, piacevole, (dispiacevolmente, dissepoltamente), devi dire dis (corso di corso per, un coso di coso di corso), incorso è, fu, ei fui – è stato incorso, incorsato, contro l’oggetto cilindrico, nero, ergonomico, proteiforme i quali, quegli altri, abili arruolati tutt’uno, (tutt’altro, di ali – mai, ali all’oscuro d’informe, mangano, di uniforme), mangiano, manganelli – sì, uniformavi al nome di capo di nome, la rosa di rosa di mano in mano dei venti – di mano, di polìzia – oppure, su come pisciare da in piedi, oppure femmina, di quando in (più agevolmente) quando, d’appoggio di mangano, in fregola, di manganelli – per inciso (su come a un ragazzo, sparecchiatamente garbato, sfondato – neanche fosse un torace – sottilmente), in modo viminale, sul serio, a una ragazza, per cavie da dire, gime, disin – disgorgatevi a stento, voi presi nel vento – o rima! – voi tutti intrapresi – o prestanome! o impresario! – reprimenda in crosta di carta – o promossi! o premiati! – di sottosegretati commissariati graduati, tu hai detto procella, o pecorella! – d’in tra i monti, oppure sbrodola, se colpito alla nuca con tonfo, che senso di colpo, (ahi – difatti di che, fatti, o fatti) non foste per viver, ahi, come semplici, fatti ad esempio, come, mangiare guardare scopare, arrosto, in qualunque altro modo, dei viaggi all’estero per i morti, organizzati, comprare spolpare campare, o d’altri fatti ordinari, che se, in quasi tutti i casi, col mal, di malaccio, nelle mani, non c’è, d’arresto, cardiaco – comunque nel mai – di sicuro di questua, in questura, spiacenti sì, con gli scusi, di molto scuse – promossi, e moltissimi altri, squisiti – colpevoli no, di quesiti, sempre, i fatti tutti, diversamente alibi, e inquisiti – cancellato il finale degli occhi, con ancora in servizio, non somigliamo più a niente –

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