Inutile respirare, se poi
prelevano dall’aria impalpabile i nostri stati di grazia, e non ci puoi fare niente, e li
inscatolano nelle fabbriche seminterrate di periferia, che tu non puoi
vedere, e poi vendono le confezioni per trarne profitto e per mandare i loro
figli alle scuole private. Noi veniamo ogni mattina in questo
scampolo di deserto, e guardiamo le folle che si accalcano davanti all’entrata
della base nella speranza che si liberi un posto per partire. Tre o quattro
riescono sempre ad entrare. Ma sono centinaia i richiedenti ogni giorno, così
inevitabilmente scoppiano battibecchi e risse. Dopo un’oretta si vede il razzo che sale, prima lento poi rapidissimo. Noi guardiamo la scia luminosa che attraversa il cielo e
sparisce oltre i confini della galassia. Poi guardiamo la terra bruciata ai
nostri piedi, e a volte notiamo un piccolo fiore del deserto scampato al
calpestio. Le folle se ne vanno, compiendo all’incontrario la stessa
processione che li ha condotti fino alla base qualche ora prima. Molti
torneranno l’indomani. Altri tre o quattro verranno fatti partire, se si
saranno liberati dei posti. Tanta gente se ne vorrebbe andare da qui, anche se
nessuno può dire con certezza che la nuova vita sarà migliore della vecchia. Là ci sarà lavoro, probabilmente. E se fosse un lavoro da schiavi? Ma per molti
l’importante è partire. Per quello che riguarda noi, ci piace venire qui la
mattina presto, prima dell’alba, quando è ancora buio, e l'aria e fredda, e vedere che alcuni sono già arrivati durante la notte e si sono accampati, e osservare il cielo nero che inizia a rischiarare
all’orizzonte, e poi le frotte che arrivano e ricostituiscono la solita lunga fila
silenziosa, che presto diventa un assembramento caotico colpito dal sole. Aspettiamo che il razzo
sia partito, che la gente si disperda, che la polvere si abbassi, e osserviamo
il luogo ritornato vuoto, pulito, riposato. Respiriamo per un po’ l’aria
elettrica, e alla fine rincasiamo, per dedicarci alle nostre faccende quotidiane. Le cose vanno avanti in questo modo, attraverso le stagioni e gli anni.
Siamo soddisfatti della nostra vita. Ogni frammento del creato è pieno di
meraviglia, e di polvere che si solleva e si riabbassa. Soltanto ci dispiace di
dovere per forza respirare, a volte, quando ci pensiamo, per il motivo che dicevo prima.