blog di Carlo Cuppini

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venerdì 2 maggio 2025

Lunedì 5 maggio giornata senza i social


Dopo la piccola rivolta dadaista, o hackeraggio pop (“scrivi un post senza senso e scappa”), proposta da Valerio Cuccaroni per il Primo Maggio, mi sento di rilanciare alzando la posta.

Lunedì 5 maggio (giornata mondiale del lavaggio delle mani*)
CE NE LAVIAMO LE MANI DEI SOCIAL
e di tutto quello che ci succede dentro

Lunedì prossimo, dalle 0 alle 24 non usiamo i social.
Niente Fb, Instagram, X, Linkedin, Tik Tok, Threads, Truth, Telegram…
Niente vuol dire niente, quindi neanche una sbirciatina.
I veri eroi riusciranno a stare anche senza Whatsapp, Messenger, messaggistiche varie.

Perché un giorno di astinenza dai social?
Se potessimo formare una massa critica (milioni di utenti), faremmo sobbalzare sulle sedie i proprietari dei social (che, sempre più, sono anche i padroni del mondo, e delle nostre menti). Sarebbe divertente. Come tutti i lavoratori, ci accorgeremmo di avere il potere di condizionare le loro scelte, e potremmo iniziare a ragionare su come usare questo potere.
Ma questo non accadrà. Non il 5 maggio. Non raggiungeremo né una massa critica, né una massa qualunque. Saremo quattro gatti. O forse 44. (O forse 404: error - not found).
E allora?
Be’, lo faremo per noi.
Sarà un modo per prendere consapevolezza di due o tre cosette.

Sarà una prova di resistenza, di carattere e di pazienza.
Sarò una verifica del livello di dipendenza che abbiamo sviluppato (ne abbiamo mai fatta una?).
Sarà uno sforzo e un costo (mentale), ma sarà anche una purificazione e un guadagno (sempre mentale).
Il 5 maggio ci verrà l’impulso di scrivere una riflessione, un commento arguto, una battuta divertentissima; di condividere una bella foto o un meme; di esprimere indignazione per una notizia rimbalzata sui media; di prendere posizione su questo o su quello…
Quell’impulso ci verrà 10 volte almeno.
E ogni volta conteremo fino a 10, e rimanderemo tutto a domani.
Che potrà mai succedere di tanto grave? Scommetto che nessuno si farà male.
Bene. E poi?

Poi può darsi che il giorno dopo, il 6 maggio, alcuni di quegli impulsi siano svaniti. In questo caso, forse ci sembrerà fantastico non avere speso tempo ed energia (e regalato clic a gratis) per scrivere qualcosa che era tanto urgente quanto volatile e per noi stessi irrilevante.
Può darsi che il 6 maggio sentiremo ancora la necessità di fare questo o quel post. E allora lo faremo più convintamente, più ponderatamente, meno condizionati dall’infernale dinamica stimolo-reazione da cui ci lasciamo troppo spesso dominare, ormai in modo quasi pavloviano.
Può darsi che lunedì, il 5 maggio, l’impulso a esprimere o a condividere qualcosa sia così forte che dovremo trovare dei modi per averla comunque, quella condivisione.
Come?

Parlando (di più) con il proprio partner, con un amico, con i colleghi, con i genitori, con il cassiere del supermercato.
Entrando in un bar e gridando cosa si pensa di quel discorso di Mattarella, o dell’ultima uscita di Bubu.
Scrivendo su una maglietta che a Gaza è in corso un genocidio, o quello che vi preme affermare, per poi uscire a passeggiare.
Scrivendo un’email, o una lettera a mano, a quel tale cugino con cui non parlate da cinque anni, per chiedergli come diavolo fa a sostenere il PD (o la Lega, o FDI… fate voi).
Annotando i propri pensieri in un diario.
(Sì, anche questo gesto può placare la coazione a condividere sempre tutto in tempo reale; riconsegnandoci una rappresentazione di noi stessi tridimensionale, lenta, integra, non così condizionata dal bisogno di essere parte dell’infosfera.)

Può darsi che conservando quell’energia potenziale - l'impulso a condividere - per 24 ore scopriremo che essa si tramuta in forza. E che quella forza può essere gestita e direzionata, e accresciuta (magari con l’aiuto di pratiche interiori, come la concentrazione e la meditazione).
Dico forse. Sto soltanto facendo delle ipotesi.
Comunque, perché non sperimentarlo?

In ogni caso, può darsi che il 5 maggio, praticando l’astinenza dai social, ci vengano altre idee per sviluppare consapevolezza, centratura ed emancipazione.
E può darsi che il giorno dopo, il 6 maggio, avremo voglia di raccontarci (perché no, anche sui social; mica voglio demonizzarli) come sono andate le cose senza social. Magari ci verrà voglia di ripetere l’esperienza una volta all’anno, o una volta al mese, o una volta alla settimana… estendendo il campo dell'astinenza... il lunedì luddista... Va be'.
Allora? Chi ci sta? Ci contiamo?
Facciamo girare qualche banner?


*No, non è battuta: il 5 maggio è la giornata mondiale del lavaggio delle mani, istituita dall’OMS. L’ho appena scoperto googlando. Infatti la patrona del giorno è Santa Barbara, d’Urso. (Ok: è questa la battuta). E, a proposito di covid e di OMS, il 5 maggio è anche il giorno in cui l’OMS, nel 2023, ha dichiarato finita la pandemia. Ah sì, è anche il giorno in cui morì Napoleone (primo); e quello in cui i Messicani, qualche anno dopo, presero a calci in culo Napoleone (terzo), che aveva mandato oltreoceano le truppe per estendere l’influenza francese in Sudamerica. Il 5 maggio si ricorda anche la morte di Bobby Sands dopo 66 giorni di sciopero della fame… Insomma, ognuno scelga il pretesto che preferisce per astenersi dai social. Ma regaliamoci questa opportunità.

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