Se le coincidenze hanno un senso, questa merita di essere presa in esame.
Il primo fatto è che il 9 ottobre Obama è stato insignito del premio Nobel per la pace. Personalmente, la cosa mi ha reso euforico: non so se Obama meriti, o meriterà mai, questo riconoscimento; ma so che milioni di persone in tutto il mondo, che si sono sempre credute in conflitto l'una con l'altra, ora sono accomunate dalla speranza che le parole di Obama diventino realtà. Io credo che il premio sia stato assegnato a tutti questi africani, mediorientali, arabi, asiatici, iraniani, europei, americani. Un giorno forse si scoprirà che sarebbe stato meglio dare a Obama il Nobel per la letteratura. Ma intanto la sua presidenza ha già cambiato il mondo, perché le parole cambiano il mondo. E la poesia è potente. Perfino più della politica e dell'economia. Una promessa può non essere mantenuta; ma una parola lanciata non può essere svuotata del suo significato, della sua potenza, delle conseguenze che genera.
Il secondo fatto è che lo stesso giorno gli USA hanno bombardato la Luna. Ecco, ci mancavano le bombe sulla Luna. Si tratta di una missione scientifica della NASA, ovviamente. Ma il fatto non cambia. E i fatti non possono per nessina ragione essere privati della loro potenza simbolica. Hanno tirato bombe sulla Luna, questo è il fatto. Forse è stato un modo scoppiettante di festeggiare i 40 anni dal primo contatto fisico tra un essere umano e il nostro satellite. Anche l'anti-poesia ha la sua potenza. E chissà se la Luna ha gradito questa festa a sorpresa, che le ha causato un nuovo cratere di 7 km di diametro.
Non so quale relazione ci sia tra questi due fatti, a parte la data.
Da parte mia vorrei solo dare un suggerimento a chi ha voluto questa stravagante missione spaziale: la prossima volta che vi viene voglia di scorrazzare intorno alla Luna, lasciate perdere i missili, rileggete l'ORlando Furioso e provate a seguire le orme di Astolfo: come il cavaliere riuscì a recuperare quello di Orlando, a voi potrebbe capitare di ritrovare il vostro...
...perché da noi modo tu apprenda,
come ad Orlando il suo senno si renda.
Gli è ver che ti bisogna altro viaggio
far meco, e tutta abbandonar la terra.
Nel cerchio de la luna a menar t'aggio,
che dei pianeti a noi più prossima erra,
perché la medicina che può saggio
rendere Orlando, là dentro si serra.
Come la luna questa notte sia
sopra noi giunta, ci porremo in via.
ringrazio Ariosto per avermi prestato le parole con cui chiedere scusa al nostro satellite a nome di tutta quella parte del genere umano che è rimasta allibita. "Orlando Furioso", capitolo 34, strofe 66-67
RispondiElimina