Adesso sì cantano le Sirene
e non c’è Ulisse legato stretto al palo
ma pezzi di corpi sparsi in strada
pezzi di gente esplosa con le bombe
donne e bambini al mercato
uomini e ragazzi nel cantiere
famiglie e vecchi in processione a un funerale.
Ora passati i boati aeronautici
gridano ambulanze e pompieri
vogliono spaccare il silenzio calato
su ossa e gengive scoperte e già seccate.
Non c’è più sangue per tutti
qualcuno morirà senza televisioni.
Perché anche qui oggi è scoppiata
la nuova guerra umanitaria
il mondo intero accanito
contro due ragazzini e sedici pastori
p.s.
ho sgarrato di nuovo alla regola di uno scritto al giorno: ho deciso di accompagnare gli attivisti e i manifestanti che stanno cercando faticosamente, a loro alto rischio e pericolo, di recarsi a Gaza per ricordare, a tutti, il massacro di civili compiuto esattamente un anno fa dall'esercito israeliano, sotto gli occhi di tutti, di più di mille adulti e più di trecento bambini. li voglio accompagnare idealmente, moralmente, con una mia piccola "marcia" fatta di sei poesie. eccone quindi una al giorno, a partire da oggi (a meno che non si voglia includere anche, a mo' di prologo, la "filastrocca" di ieri)
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