Cercavo l'idea per scrivere una storia assurda sul Medioriente, per mettere in rilievo attraverso il paradosso l'assurdità della Storia che là si spalma sui volti delle persone e li lecca senza sosta come un cane malato e psicopatico dagli occhi incendiati.
Ma di questi tempi la realtà anticipa e vanifica sempre il lavoro degli scrittori: la fantasia è diventata merce inutile, non val più niente. E questa caratteristica della realtà viaggia sui canali fantastici della comunicazione.
Chissà dunque che cosa staranno pensando i Palestinesi che come me hanno appena letto questa notizia: che nel 2008 Condoleeza Rice stava mettendo a punto un piano che risolveva la questione mediorientale con la creazione di uno stato palestinese sulle Ande.
E' una fantasmagoria grandiosa, il pensiero che 4 milioni di Palestinesi, se non contiamo i profughi, immigrino di punto in bianco in Sud America, portandosi dietro i loro verdi minareti e i loro ulivi secolari, e si ambientino tranquillamente tra vicini di casa molto diversi da loro. Questo piano, pur essendo pensato per una zona particolarmente spopolata delle Ande, implicherebbe naturalmente l'evacuazione della popolazione autoctona. E questo, per quanto sparuta essa possa essere, costituirebbe pur sempre una pulizia etnica e quindi un crimine contro l'umanità secondo i trattati internazionali.
Insomma, un'incredibile fantasmagoria, che neanche un cabarettista avrebbe potuto concepire meglio di un politico: più o meno come se cent'anni fa si fosse deciso di risolvere il problema degli ebrei creando uno stato ebraico, che so, in Palestina, o in una qualunque altra regione dell'ex Impero Ottomano!
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