Politici corrotti, dirigenti strapagati, scandali sessuali: urge riaprire la questione morale! Conclamata sparizione dei valori, che fare? Intanto andiamo in Borgo Albizi, a vedere Palazzo Valori: per virtù onomastica potrebbe darci illuminazioni. Eretto nel Quattrocento da un Baccio, espropriato dai Medici, poi andato a un altro Baccio che ne abbellì la facciata con le erme degli illustri fiorentini. Ecco: a piano terra il Ficino, che scrisse (e anche bene) d’Amore e di Bellezza, tutto incrostato di polveri sottili, occhieggia a stento tra i miasmi di tre cassonetti; stessa sorte flatulenta per Accursio, Pier Vettori e l’Acciaiuoli. Si turerebbero il naso, al primo piano, Amerigo, l’Alberti e un altro paio. Sopra a tutti – ma non sottratti al fetore – Boccaccio, Petrarca e il sommo Dante, accanto all’Alamanni e a Della Casa, che argomentò sul decoro e le buone maniere. La gente li ha chiamati “visacci” perché se ne stanno lì imbambolati: e in effetti nel ritrarli il Caccini s’è impegnato ben poco. Loro, lapidei, non possono farlo; ma noi sì: smettiamo di fare buon viso a cattivo gioco.
Pubblicato su "Cultura Commestibile" n. 32, con "Il Nuovo Corriere di Firenze", 10/9/11
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