ci tagliano lembi di pelle sul torace
due strisce a forma di bretelle come fanno ai Ceceni
estraggono tasselli di carne per infilarci fagioli
scrivono editti di morte intrecciando i capelli di lei
nel vuoto il silenzio la stanza la salma dell’ornitorinco
il mostro conta i minuti inchiodato a bracci d’attesa
gli ficcano voci lusinghe minacce dentro orecchie pelose
puntellato agli antipodi sembra resistere e per un istante
ricordare il nome
ricordare il nome
col mitra si fanno buchi perfetti nel groviera
a riempirli di sangue ci ha già pensato il poeta
che andava per tutta la Russia a gridare io sono il poeta
Nessun commento:
Posta un commento