Se nel tunnel della Gelmini corrono i neutrini, in quello delle Bagnese scorrazzano ben altri animali. E ’sta volta è toccato a me andare più veloce della luce: non per farmi lustro di sconvolgenti scoperte, ma per salvarmi la pelle. Avevo scavalcato le transenne per indagare sui motivi dell’epocale ritardo nella chiusura del cantiere. Avanzavo nel buio puntando davanti a me la luce fioca del cellulare, quando l’eco di un grugnito mi ha fermato; un’alitata umidiccia mi ha inquietato; la carica di quattro bestioni mi ha messo in fuga. Sbucato sano e salvo alla luce del sole, con le braghe piene di puzzolente spavento, sono andato a chiedere lumi al vicino benzinaio. “O che se’ grullo? Un l’è mi’a pe’ l’automobili, i’tunne: l’è fatto per far correre cignali!”. Un vecchio professore del Galluzzo che passava il pomeriggio ad aspirare i vapori della pompa si è inserito: “Bischerate: il tunnel qui c’è sempre stato, ora l’hanno solo ritirato fuori. Dentro ci stanno divinità etrusche in forma di animali. Si dice che se l’attraversi senza farti infilzare, sbuchi fuori in un mondo migliore”. Tornando a casa ripensavo alla orbite matte di quel vecchio invasato. E ho deciso di dargli retta, e tentare: stanotte torno là, mi lancio attraverso il tunnel, e se la scampo forse sbuco in un mondo senza intrighi pubblici, né cantieri infiniti, né prese per i fondelli di ogni specie. E senza Gelmini.
(Su "Cultura Commestibile" n.38, con "Il Nuovo Corriere", edizioni toscane, 22-10-11)
Ne devo dedurre che non l'hai scampata...
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