Carlo Cuppini si muove all’interno di un terreno consolidato in cui
è soggetto non solo chi scrive, ma il foglio stesso su cui si scrive
(“Arrivato alla fine del braccio / va’ a capo”). Siamo di
fronte insomma a un percorso articolato nel mimetismo delle scritture
del corpo, compiuto con buon dominio degli spazi stretti. C’è poi
un interessantissimo esercizio, Canzoni
per un fiore di Palestina,
in cui lo spazio chiuso, proprio dal suo interno, attira e include i
personaggi di una storia importante da raccontare.
Fabio Zinelli
dalla prefazione a Frecce verso l’altro, Marcos y Marcos, 2010
dalla prefazione a Frecce verso l’altro, Marcos y Marcos, 2010
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