Gentili signori,
alcune considerazioni in merito al vostro nuovo comunicato su "Montalbano e Divina Commedia", che fa seguito alla vostra proposta di censurare e/o chiosare la Divina Commedia e altre opere, per tutelare i lettori dai "contenuti razzisti, antisemiti, antislamici e omofobi" in esse contenute.
1) Se ritenete che gran parte della letteratura e dell'arte europea/cristiana abbia delle gravi colpe verso le minoranze e verso "gli altri", come mai avete attaccato con tanta energia una specifica opera, piuttosto che proporre una revisione dei presupposti dell'insegnamento delle discipline artistiche e culturali europee tout court? Un errore metodologico?
2) Se ritenete che la civiltà occidentale/cristiana tout court, nelle sue ideologie, filosofie e politiche, abbia delle gravi colpe verso le minoranze e verso "gli altri", perché ve la prendete con le manifestazioni artistiche (che evidentemente sono impregnate dall'ideologia, dall'ontologia e dalla filosofia del tempo, ma che sono anche, sempre, la messa in discussione critica dell'esistente) invece di chiedete alle Nazioni Unite, ai singoli Governi e alla Chiesa di fare ammenda e chiedere finalmente "scusa" per gli orrori perpetrati nel corso del tempo (Colonialismo, Inquisizione, discriminazioni, misoginia, stermini, genocidi, ecc.)?
3) Una profonda e sistematica analisi della Storia dal punto di vista delle vittime, con relative prese di posizione dal presente e conseguenti iniziative di riparazione, potrebbe essere un'idea da promuovere. Che implicherebbe in primis l'annullamento del debito verso i paesi poveri, il risarcimento ai paesi africani per le devastazioni del Colonialismo, ai nativi americani per le stragi i genocidi e la tabula rasa culturale, agli arabi per il tradimento della promessa di sostenere la nascita della nazione araba dopo il crollo dell'Impero Ottomano, ai palestinesi per la pulizia etnica tutt'ora incorso... (la lista continua ad infinitum).
4) Non ritenete che le più alte opere d'arte di tutti i tempi - in quanto tali e a prescindere dai loro contenuti espliciti e circostanziati - siano portatrici di valori umanistici in senso assoluto? Non credete per esempio che una persona che alleni la propria intelligenza e la propria sensibilità su un testo come la Divina Commedia ne tragga un arricchimento culturale e spirituale, un'apertura mentale, un senso critico, una capacità di visione di insieme, un'abitudine alla complessità e all'alterità, una percezione del mutare della mentalità con l'avvicendamento delle epoche storiche, che non possono che renderlo più civile e più aperto verso il resto dell'umanità e verso "gli altri"?
4bis) Credete per esempio che gli autori degli atti razzisti, violenti e discriminatori che hanno segnato la cronaca di questi anni siano appassionati lettori della Divina Commedia o di Shakespeare, o che abbiano compiuto una gita al Palazzo Ducale di Urbino per vedere Il miracolo dell'ostia profanata di Paolo Uccello? Non viene più facile supporre esattamente il contrario, cioè che la poca familiarità con la cultura (e quindi con i valori che essa porta intrinsecamente con sé) determini l'abbrutimento dell'essere umano e la sua propensione all'intolleranza, alla chiusura, alla violenza?
5) A parte che le esternazioni dell'UE contro la fiction su Montalbano sono state stigmatizzate unanimemente come una colossale sciocchezza, il vostro tentativo di mettere sullo stesso piano di ragionamento Montalbano e Divina Commedia risulta una sciocchezza ancora maggiore: infatti sembrate non considerare il fatto che Montalbano è un prodotto di intrattenimento televisivo, e in quanto tale sorbito passivamente da un pubblico massificato; mentre la Divina Commedia non è un'opera "facile" e "popolare", e non viene certo frequentata (almeno non in prima battuta) se non grazie a una guida e in un contesto scolastico e di studio, ovvero con modalità intrinsecamente critiche, esegetiche e contestualizzanti in senso storico, artistico e culturale.
5bis) I vostri comunicati sono quindi leggibili fondamentalmente come attacchi alla scuola pubblica italiana, mossi da una totale ignoranza della stessa e da un palese disprezzo per il principio della libertà di insegnamento affermato dalla Costituzione Italiana.
6) Nei vostri comunicati continuate a insistere sui prodotti culturali della civiltà cristiana. Ma, forzandomi per un attimo a seguire il vostro bizzarro modo di ragionare e argomentare, risulta palese che i testi alla base della religione ebraica e di quella islamica andrebbero considerati responsabili di indicibili abusi e violenze, nel corso della Storia e nel presente. Torah e Talmud, per esempio, influenzano direttamente le politiche dello stato di Israele, che, stando a innumerevoli dichiarazioni ufficiali e ufficiose delle Nazioni Unite, viola sistematicamente i diritti umani. Come mai non spendete una parola per denunciare l'evidente aberrazione di uno stato nazionale che fonda le proprie strategie geopolitiche sulla presunta veridicità (a-scientifica) di un testo letterario evidentemente razzista (vedi alla voce "popolo eletto")?
6bis) A questo proposito, non credete che accanto agli aggettivi antisemitismo, razzismo, ecc, andrebbe inserito anche "sionismo", per le ragioni sopra esposte?
6ter) Non credete anche che il termine "antisemitismo" costituisca in sé una forma di razzismo linguistico, dato che con "semiti" si intende un gruppo di popolazioni, tra cui gli arabi, mentre nel linguaggio corrente tutti i gruppi etnici non ebraici sono espunti dalla pertinenza semantica? In altre parole, non pensate che dicendo "antisemitismo" al posto di "antiebraismo" si compia una "pulizia etnica lessicale"?
7) In definitiva, le vostre comunicazioni risultano piene di incoerenze, contraddizioni, parzialità e arbitrarietà delle proposizioni, e, per contro, carenti di senso critico, sistematicità, logica e metodo: queste caratteristiche collocano il vostro operato intellettuale in una prospettiva premoderna, prescientifica e fondamentalmente oscurantista.
9) Domina su tutto un aspetto inquietante e riprovevole: l'omissione delle vostre identità e dei vostri curricola - cosa che priva automaticamente il vostro "comitato" di ogni credibilità e autorevolezza. Questa considerazione è un'ovvietà per chiunque abbia la pur minima familiarità con l'ambito culturale e scientifico, a qualunque livello, a partire almeno dall'epoca dell'Illuminismo. Cosa che lascia supporre la vostra totale inadeguatezza ad entrare nel dibattito culturale, sociale e politico di un qualche livello. Ma a quanto pare non siete interessati a difendervi da questa obiezione, dato che persiste il mistero. Probabilmente, posizione e potere vi sono garantiti da corsie preferenziali e relazioni, a cui è del tutto estraneo il criterio del merito.
10) A che titolo, a questo punto, possiate essere considerati un organismo accreditato presso importanti consessi internazionali, risulta del tutto oscuro.
Cordiali saluti
Carlo Cuppini
Nessun commento:
Posta un commento