blog di Carlo Cuppini
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domenica 14 ottobre 2012
bollettino #67: questo (conta)
– questo senso, in questo senso, e nell'altro, in tutti i sensi, nel senso, del tempo, un controsenso – non c'è la notte, neanche nel buio, neanche di notte – il latrare di cani, ad esempio, i grilli, il silenzio, il peso dell'aria, leggera – qua in alto, in mezzo alle cose, nel traffico, sempre, non resta che il giorno, cha ha da passa', avrebbe, e non passa, la notte che viene, non viene, non scende, non cala, non dorme, non veglia, la notte non prende alla gola, alle membra, non mette paura, terrore, né attesa – spiare gli oggetti, i soprammobili, le piante, il computer, che dormono, tutti che dormono, sognano, fuori dal tempo, il tempo che dorme, ritratto, ritratto nelle cose, che dormono, nel tempo dei lupi, dei cani, di fuori, lontano da casa, vicino, ma fuori di casa – non dorme nessuno, al contrario, le cose, gli oggetti, le piante, il computer, niente che dorme, nessuno, la notte non c'è, pochissima umidità, non si rabbrividisce, domani è già qui, non serve aspettare, spiare, guardare, sperare, cadere, morire, arriva si innesta, nel giorno del prima, e siamo già qui, dove eravamo, nella stessa certezza, dipinta – non c'è, e non c'è – non vado più a capo, l'epoca non lo consente, la virgola basta, o i trattini, i due punti, ma basta con l'a capo, tutto d'un fiato, che il resto non conta, senza spazi o interstizi, e chi ci conta –
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