Nel mio libro “Il mondo senza gli atomi”, Ensemble Edizioni, c’è un racconto che si intitola “Quattro dita”. Come molte delle storie che compongono questa raccolta, anche questa parla in modo fiabesco del rapporto con l’autorità, della prevaricazione da parte del potere, della ricerca della libertà e della grazia.
In questo racconto i governanti, sostenuti da un comitato di esperti, decidono di punto in bianco che ogni persona dovrà rinunciare a un dito in entrambe le mani. Le motivazioni sono piuttosto singolari e alcuni principi giuridici – proporzionalità, contemperamento dei diritti, onere della prova – non sono esattamente rispettati. Tuttavia la reazione delle persone non è di rifiuto e di rivolta: la disposizione viene accettata come un fatto naturale, forse per via dei crismi di autorevolezza scientifica di cui è rivestita; mentre tutta la discussione pubblica si concentra sui dettagli:
“Se la novità delle quattro dita fu accolta senza particolari clamori, per contro, a infiammare gli animi e a creare aspre contrapposizioni fu la scelta del dito.”
Alla fine, stanchi di un continuo conflitto sociale, anche i dettagli vengono affidati alle decisioni del comitato di esperti e le persone tornano a farsi gli affari loro: “Il Congresso intervenne d’autorità, sostenendo che i dettagli avevano un’importanza secondaria e che i saggi avrebbero trovato le soluzioni migliori. L’importante era avviare la pratica nel più breve tempo possibile.”
La storia è raccontata a posteriori, quando l’amputazione è già avvenuta. Chi la racconta dichiara di essere tra quelli che avevano fatto le loro battaglie, e le avevano perse tutte, pagando anche un prezzo elevato. Non chiarisce di che genere di battaglie si trattasse, ma conclude: “Oggi, con quattro dita, riusciamo ancora a fare moltissime cose, utili e belle, talvolta perfino piene d’amore e rivoluzionarie. E quando beviamo il caffè, stringendo il manico della tazzina tra l’indice e il pollice, ci capita di pensare che in fondo niente è cambiato; e che anzi, se in questo umile gesto risiedesse il segreto della libertà, ci avanzerebbero ancora due dita.”
(Nota: il libro è uscito nel 2018 e ogni riferimento a cose che sarebbero accadute in seguito è ovviamente casuale.)