blog di Carlo Cuppini

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domenica 6 agosto 2023

6 agosto 2021, il giorno in cui l'Italia perse la ragione

 Il 6 agosto, due anni fa, iniziava l'epoca del greenpass.

Pochi giorni prima il Presidente del Consiglio Mario Draghi aveva spiegato che sarebbe servito agli italiani per "divertirsi, andare al ristorante, partecipare a spettacoli all'aperto e al chiuso con la garanzia di ritrovarsi con persone che non sono contagiose."
Un mio conoscente, scrittore e artista, scrisse su fb: "Non è la libertà, è il tempo libero".
Invece era proprio la libertà. Lo si sarebbe scoperto a settembre, con l'applicazione nelle scuole (con già più del 90% del personale vaccinato, tasso tra i più alti d'Europa) e nelle università; poi, più drammaticamente, a ottobre, con il green pass per lavorare (nonostante il parere nettamente contrario dell'Associazione Nazionale dei Medici Aziendali; ma la menzogna fondativa di Draghi, lasciata passare da tutti gli esperti convocati a corte, e nelle redazioni, risultava evidentemente più autorevole del parere di chi, più di ogni altro, dovrebbe intendersi di sicurezza sul posto di lavoro); poi, tragicamente, tra dicembre e gennaio, con la più grande follia della storia della Repubblica: il super greenpass, che nemmeno con un tampone negativo consentiva a un dodicenne di salire sull'autobus o sul treno, o di entrare in un museo.
C'è stato un momento in cui i contagi correvano proprio nei luoghi del greenpass, con gli autobus (mai potenziati: tanto c'era il greenpasss) stipati di persone vaccinate che si pigiavano l'una contro l'altra, beatamente illuse dalla menzogna draghiana. (Tra queste, letteralmente appicciata a giovanotti "garantiti", anche la minuta vecchina, ultranovantenne, che incontravo ogni giorno sull'11.)
Nel gennaio 2022, dopo sei mesi di green pass, i contagi in Italia superavano per la prima volta i 200.000 al giorno, con il record di 20.000 contagi mensili registrati dall'INAIL nei luoghi di lavoro (garantiti covid-free da Draghi e dagli esperti compiacenti).
Nel Regno Unito, dove il parlamento aveva impedito l'istituzione di un vero green pass, con il risultato di un mini greenpass, veramente risibile, solo per discoteche e grandi eventi (durato un mese e tolto quando noi da noi iniziava il SGP), l'uscita dalla pandemia non è stata tanto diversa da quella che abbiamo vissuto noi, con una parte della popolazione privata del lavoro e della retribuzione, e segregata, minorenni compresi. Con la differenza che là, la solida tradizione liberale non è stata intaccata dal virus; da noi, già vacillante, ne è stata travolta.
Oggi qualunque cosa è possibile - qualunque; purché tra la popolazione ci sia panico, o ansia (e se non c'è, la creano in quattro e quattr'otto tre o quattro testate giornalistiche: l'eco-ansia, per esempio; e non c'è niente di più diverso dalla consapevolezza politica e dall'impegno dell'ansia, dal momento che questa non è altro che una reazione a sollecitazioni estemporanee; l'occasionale altra faccia della medaglia dell'ignoranza e del menefreghismo). Oggi in Italia qualunque cosa è possibile, purché venga evocata (più o meno fondatamente) l'emergenza, e la fine del mondo, e l'autorità scienza. Oggi in Italia è possibile anche discutere di un disegno di legge per istituire un reato di opinione (negazionismo del cambiamento climatico), anche se questa novità punirebbe e silenzierebbe personalità come Antonino Zichichi, Franco Prodi, Carlo Rubbia, e qualche centinaio di scienziati e accademici: come i 500 firmatari della lettera sul clima che circolava nel 2019.
(Per chiarezza: io ho sempre pensato che l'attività antropica sconvolga il clima - con i gas serra -, oltre a devastare gli ecosistemi e il pianeta - con le sostanze inquinanti. Ma non ho paura di ascoltare qualunque opinione, anche quelle che vanno in qualche direzione contraria. Al contrario, ho paura di non avere più l'opportunità di ascoltarle.)
Per tornare al 6 agosto, non posso ogni anno ripetere tutte le mie argomentazioni contro il greenpass (totalmente indipendenti da qualunque considerazione sui vaccini, preciso). Tanto stanno scritte nero su bianco da varie parti, su fb e altrove, e chiunque le può ritrovare, e per quello che mi riguarda sono sempre valide.
Ma quello che non posso evitare di fare, ogni anno, è ribadire la mia posizione, per quanto possa essere ancora oggi impopolare, incompresa, sconcertante e, per qualcuno, imbarazzante: MAI PIU'.