blog di Carlo Cuppini

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giovedì 17 febbraio 2022

Sciopero della Fame - "Le Soir" (Belgio)

https://www.lesoir.be/424885/article/2022-02-17/italie-demissions-et-greve-de-la-faim-contre-de-nouvelles-mesures-sanitaires

“Le Soir”, 17-2-2022
Dimissioni e scioperi della fame contro le restrizioni sanitarie
di Silvia Benedetti


Andando in controtendenza rispetto agli altri paesi europei e tradendo in qualche modo la sua naturale predisposizione all'adattabilità, l'Italia ha appena adottato nuove misure restrittive in nome della della lotta al covid.

Così, mentre i suoi partner in tutto il continente stanno alleggerendo o addirittura eliminando i ceppi normativi ereditati dalla pandemia, il governo della Penisola continua a stringere le maglie della rete per i non vaccinati.

Dal 15 febbraio, infatti, qualsiasi residente in Italia di età superiore ai 50 anni che non abbia completato il proprio programma vaccinale non è più autorizzato a recarsi sul posto di lavoro e a percepire uno stipendio. Un provvedimento che riguarda anche tutti i parlamentari che hanno rifiutato la vaccinazione e che dovrebbe essere revocato il 15 giugno.

Il Paese può però vantare una straordinaria campagna vaccinale (l'89% degli italiani sopra i 12 anni ha completato il proprio programma vaccinale) e oggi beneficia, come la maggior parte dei suoi vicini, di una netta calma sul fronte delle contaminazioni e dei ricoveri.

Nessuna coerenza

“Abbiamo l'impressione che le decisioni politiche non abbiano nulla a che fare con i dati scientifici... Lo scrittore Jorge Luis Borges ha detto che “la cosa certa è che viviamo rimandando tutto ciò che può essere rimandato; forse tutti sappiamo nel profondo che siamo immortali e che, prima o poi, ogni uomo farà ogni cosa”. Ma adesso… è il momento! Dobbiamo combattere l'irrazionalità che si è impossessata delle nostre vite", afferma Fabrizio Masucci, ex direttore del Museo Cappella Sansevero di Napoli.

Quest'ultimo, tuttavia, non ha esitato. Lo scorso agosto, non appena i luoghi culturali della Penisola sono stati assoggettati al pass sanitario, non ha esitato a dimettersi.

"Non mi sono mai pentito di questa decisione da quando mi sono convinto – e quanto è seguito purtroppo mi ha dato ragione – che questo primo decreto-legge avrebbe dato alla luce altre creature mostruose", aggiunge.

Tuttavia, nella solitudine e nel silenzio, centinaia di altri “autodidatti della protesta” si oppongono a misure ritenute incostituzionali e liberticide, deplorate anche in un recente comunicato da Amnesty International. Decine di avvocati, ricercatori, medici e intellettuali, vaccinati e non, liberi da ogni alleanza politica, continuano così uno sciopero della fame nella speranza dell'abolizione delle restrizioni.

“Sono vaccinato. Il vaccino, del resto, non è la questione. Ho iniziato lo sciopero della fame perché il tessuto sociale è lacerato come non mai e perché le basi stesse dello Stato di diritto, della Costituzione e della democrazia sono oggi in pericolo", spiega, con voce allo stesso tempo ferma e serena, Carlo Cuppini, scrittore e responsabile del bookshop di Palazzo Strozzi a Firenze. Un'avventura condivisa da altri italiani, come la pedagogista Licia Coppo, che continua a battersi per i diritti dei bambini non vaccinati, o la dottoressa Antonella Marsilia che fornisce consigli nutrizionali ad altri scioperanti della fame.

Un'iniziativa la cui natura intrinsecamente ideale è sottolineata anche dal sostegno di italiani residenti all'estero, e quindi non soggetti a vincoli, come il professor Sergio Porta, esperto di urbanistica. Anche questo sorridente ricercatore, con sede in Scozia, ha appena iniziato uno sciopero della fame.

E a chi rievoca il trauma subito dalla Penisola, primo Paese europeo ad aver dovuto affrontare la violenza della pandemia, shock che può spiegare l'approccio politico inflessibile al virus, gli scioperanti offrono una risposta molto semplice. «Proprio perché abbiamo vissuto due anni terribili adesso non si può più impedire a un cittadino, un adolescente o un bambino di fare sport, mangiare la pizza con gli amici, essere parte della società», dice Cuppini. Prima di aggiungere, gentilmente: “Vogliamo lanciare un messaggio contro questo clima di intolleranza e violenza sociale. Continuerò questo sciopero finché il mio corpo me lo permetterà.»

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