blog di Carlo Cuppini

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giovedì 24 ottobre 2024

Iperconnessione e intelligenza artificiale. Siamo pronti?

Solo uno sciocco potrebbe considerarla una notizia inattesa. Inoltre, non amo il giornalismo che cerca di fare della letteratura a partire da drammatiche notizie di cronaca. Tuttavia, la lettura di questo articolo mi ha dato i brividi. Perché è chiaro che il nostro futuro comune contiene anche questi scenari; e che i nostri figli dovranno essere attrezzati per salvarsi anche da queste trappole.

Siamo pronti, individualmente e collettivamente, a misurarci con questa sfida? E, se si tratta di una battaglia, chi sono gli avversari? Qual è il loro potere? Chi sono i loro finanziatori? Siamo minacciati dagli interessi degli uomini e dei gruppi più ricchi e potenti del pianeta? E chi sono i nostri alleati? Quali strumenti e armi abbiamo a disposizione? Siamo coscienti della posta in gioco?

L'Istituto Superiore di Sanità ha da poco calcolato che in Italia ci sono oltre 60.000 ragazze e ragazzi che non escono mai dalla propria camera e che vivono interamente in un mondo mentale e virtuale - i cosiddetti "hikikomori". 

Hikikomori è il titolo del bel libro di Ariela Rizzi e Fabrizio Silei che tratta, senza pedagogismi applicati e con profonda verità letteraria, l'argomento.
Nel mio Logout mi sono chiesto dove potesse portare il dominio dell'intelligenza artificiale; e Linda è un personaggio mostruoso, inquietante, tentacolare, inquisitorio, sì; ma anche eludibile, proprio per la sua fredda severità, e in fondo capace di un'evoluzione inattesa, sorprendentemente positiva.

Fuori dalla scuola media frequentata da mia figlia, prima dell'entrata e dopo l'uscita, vedo nutriti gruppi di ragazzini con gli occhi letteralmente incollati ai cellulari. Del resto, non servono esempi: conosciamo tutti per esperienza diretta l'entità del problema. Ma siamo del tutto coscienti delle sue implicazioni, delle sue possibili conseguenze? Proviamo a guardare dentro noi stessi, in modo onesto e impietoso, e chiediamoci come tutto questo stia modificando il nostro essere, il nostro pensare, il nostro sentire, le nostre relazioni: la nostra mente. Dopodiché proviamo a pensare a coloro che si trovano in mezzo all'età dello sviluppo, o ci saranno tra qualche anno, quando tutti i semi vengono piantati, quando le risorse per affrontare qualunque problema si presenterà nella vita vengono consolidate.

Dobbiamo urgentemente affrontare la questione dell'iperconnessione ubiqua, chiedendoci se per caso non sia una bomba atomica sganciata al centro della città degli esseri umani.
Non parlo di internet in se e per sé, che a mio avviso non può essere considerato altro che una meravigliosa, epocale e irrinunciabile rivoluzione. Ma di internet in tasca, e negli occhi, e nella testa, sempre e dovunque. Parlo di essere - o di avere la sensazione di poter essere - sempre sia qui che là che lì, contemporaneamente: alla fermata dell'autobus, in una chat, in una cascata di reel, in una ricerca su un browser, nell'app del meteo. Non essendo interamente né qui, né là, né lì, né da nessuna parte. 

Mi verrebbe da definire questa condizione - volontaria, per carità, come sono volontarie le scelte basate sulla gratuità, sulla lusinga, sulla comodità e sull'emulazione - una autodeportazione fuori dalla realtà, nel mondo dell'irreale. E mi viene da pensare a Simone Weil... Ma il discorso adesso sarebbe troppo lungo e ci porterebbe troppo lontano. 

Qualche mese fa Internazionale riportava per intero l'articolo dello psicologo sociale Jonathan Haidt, pubblicato su The Atlantic, sull'impatto dei dispositivi mobili connessi sullo sviluppo degli adolescenti. Il suo discorso è molto chiaro: la diffusione mondiale di internet alla fine degli anni Novanta non ha avuto alcuna conseguenza negativa misurabile sullo sviluppo cognitivo dei giovani; l'avvento degli smartphone e dei social un decennio dopo è stato devastante.

Ho l'impressione che le norme e le iniziative istituzionali saranno sempre indietro, e sempre non del tutto adeguate rispetto all'entità della sfida.
Se è così, dobbiamo assolutamente sviluppare una coscienza sociale, e delle strategie efficaci, per conto nostro. Noi società civile, noi persone.
https://www.repubblica.it/.../teenager_suicida_per.../...
https://www.repubblica.it/.../hikikomori_italia_cosa.../
https://www.theatlantic.com/.../teen-childhood.../677722/

martedì 22 ottobre 2024

Israeli Citizens For International Pressure

Penso che le cittadini e i cittadini israeliani che hanno dato vita a questa iniziativa abbiano bisogno di ricevere la massima visibilità e il massimo sostegno. 

"Noi, cittadine e cittadini israeliani residenti in Israele e all’estero, chiediamo alla comunità internazionale – alle Nazioni Unite e alle sue istituzioni, agli Stati Uniti, all’Unione Europea, alla Lega degli Stati Arabi e a tutti gli Stati del mondo – di intervenire immediatamente applicando nei confronti di Israele ogni possibile sanzione al fine di raggiungere un immediato cessate il fuoco tra Israele e i suoi vicini per garantire il futuro dei popoli che vivono in Israele/Palestina e nella regione e il loro diritto alla sicurezza e alla vita.

Molti di noi sono militanti che operano da tempo contro l’occupazione, per la pace e la comune esistenza su questa terra. Motivati dall’amore per il nostro paese e per i suoi abitanti, siamo oggi estremamente preoccupati per il futuro. Siamo rimasti inorriditi dai crimini di guerra commessi da Hamas e da altre organizzazioni il 7 ottobre, e siamo spaventati dagli innumerevoli crimini di guerra che Israele sta commettendo. Purtroppo, la maggioranza degli israeliani sostiene la continuazione della guerra, per cui un cambiamento dall’interno non sembra attualmente possibile. Lo Stato di Israele sta percorrendo una strada suicida e semina distruzione e devastazione che aumentano di giorno in giorno.

Il governo di Israele ha abbandonato i suoi cittadini tenuti in ostaggio (e ne ha uccisi alcuni); ha trascurato i residenti del sud e del nord di Israele e con le sue azioni sta sacrificando l’avvenire dei propri cittadini. I cittadini palestinesi di Israele sono perseguitati e messi a tacere dalle autorità statali e dall’opinione pubblica maggioritaria. La repressione, l’intimidazione e la persecuzione politica impediscano a molti cittadini che condividono le nostre idee di unirsi a questo appello.

Ogni giorno di guerra che passa allontana ulteriormente ogni possibile orizzonte per un accordo regionale di riconciliazione, per un futuro in cui gli ebrei israeliani possano vivere in sicurezza in questo luogo. Il raggiungimento di questi obiettivi richiederà lunghi processi, ma i continui massacri e le distruzioni devono essere fermati immediatamente!

La mancanza di un’effettiva pressione internazionale, la continuazione delle spedizioni di armi a Israele, il mantenimento dei partenariati economici e di sicurezza, delle collaborazioni scientifiche e culturali, portano la maggior parte degli israeliani a credere che le politiche del loro governo godano del sostegno internazionale. I leader di molti Paesi s’indignano e condannano Israele, ma queste condanne non sono supportate da azioni concrete. Siamo stufi di parole vuote e senza conseguenze.

Per il nostro futuro e per quello di tutti gli abitanti di Israele/Palestina e dei paesi della regione, vi imploriamo: salvateci da noi stessi! Esercitate una reale e forte pressione internazionale su Israele per un immediato e duraturo cessate il fuoco."


giovedì 17 ottobre 2024

"Xenia contro il tempo" di Lilith Moscon

Ho letto Xenia contro il tempo, il nuovo libro di Lilith Moscon uscito per Emons, illustrato da Francesco Chiacchio. E così, seguendo le orme della giovane protagonista, che insegue la sua gatta fuggiasca, mi sono trovato a fare una misteriosa, o per meglio dire misterica, passeggiata per Firenze.
Luoghi arcinoti come Piazza della Signoria e piazza Santissima Annunziata e vicoli e angoli segreti, dove ancora giocano i bambini e si vedono girare personaggi stravaganti di quartiere, si trasformano e fanno apparire in filigrana altri luoghi mitici o magici in virtù dei messaggi sottili che hanno da riferire a Xenia, riguardo alla sua ricerca. 
Le torri parlano, le pietre promettono, gli scarabei indicano, i serpenti si mordono la coda, i simboli si animano e si manifestano. Il passato diventa presente, i sepolcri forse si aprono, perché i morti forse sono anche loro vivi. Di certo c’è vita, e appetito, e festa, e rimescolio, e creature, all’interno del perimetro del Cimitero degli Inglesi, dove Xenia e l’amico Leone approdano dopo avere seguito le strane e scombinate indicazioni delle inattese guide che hanno incontrato.

In questo libro trovo unite la narrazione filosofeggiante che ha caratterizzato la trilogia su intriganti personaggi del passato (pubblicata da Telos) e, nei flashback, il piacere della memoria intima che vuole conquistare la carta e si espande su essa come acqua versata; un piacere che Lilith ci ha regalato massimamente con il suo Bestiario uscito per Topipittori (finalista al Premio Campiello Junior).

Una cosa che ammiro nella scrittura di Lilith, che mi affascina tanto più perché è lontana dal mio modo di scrivere, è il senso poetico e filosofico che - leggiadramente - intride la scrittura stessa, gonfia le parole e le frasi, portandola quasi a giustificarsi da sola, e rendendo così quasi irrilevante la coerenza o la completezza della narrazione che si cercherebbero in altri libri. Qui ci sono dei salti nella trama, che non sono salti nel vuoto, perché li si compie galleggiando sugli interrogativi che si dilatano sotto i nostri piedi, scivolando sulle metafore che ci trasportano altrove. 

Queste caratteristiche mi portano ad accostare questo piccolo e prezioso libro a quelli di un’altra autrice, Emanuela Nava, che, con la sua scrittura ci ha portato dentro tante avventure poetiche, intellettuali, filosofiche e talvolta, anche qui, misteriche (cito solo un titolo dalla sua vasta bibliografia: Io e Mercurio.)

Un'ultima nota: in alcuni punti del libro si trovano dei codici QR che permettono agilmente di ascoltare interessanti e gustose estensioni del libro, per conoscere meglio dal punto di vista storico e artistico i luoghi tratteggiati nel racconto.

Buona lettura e buoni misteri a chi lo vorrà leggere. Preparatevi ad andare contro il tempo...
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mercoledì 16 ottobre 2024

Persone-spazzatura

Ieri 16 migranti richiedenti asilo in Italia sono stati trasferiti in Albania via nave per essere chiusi in un "centro di accoglienza", in attesa che la loro richiesta venga esaminata. I "centri di accoglienza" albanesi per richiedenti asilo in Italia sono stati finanziati interamente dal governo italiano (65 milioni), e lo stesso varrà per i futuri costi di gestione (si stima 120 milioni all'anno).

Voglio dire che questa abominevole trovata, costosa e puramente pubblicitaria (16 migranti deportati in Albania - e altri analoghi successivi trasferimenti - dovrebbero aiutare a "disgorgare i centri di accoglienza italiani"...) mi fa vergognare di essere italiano.

A questa iniziativa mi viene da associare un'altra pratica, ugualmente sconcertante e oscena, ugualmente sintomatica di un mondo malato e impazzito: il commercio (al contrario) dei rifiuti, per cui una regione o un paese, incapace di un'adeguata gestione, acquista da un'omologa entità territoriale la possibilità di cedere una certa quantità di materiale.

PS: Specifico, a beneficio di chi è sempre pronto ad agitare una bandiera in difesa del proprio club, che questa non è una presa di posizione partitica; perché anche gli accordi di Minniti con i libici mi hanno fatto provare la stessa vergogna. E anche, andando a ritroso, l'istituzione dei CPI (e tutte le sigle con cui hanno periodicamente risciacquato il nome di questi luoghi di internamento e tortura) e la loro gestione sotto i vari governi di centrosinistra che si sono avvicendati dalla fine degli anni Novanta.

mercoledì 2 ottobre 2024

Pari opportunità

Finché ogni singolo essere umano, in ogni angolo del pianeta, non avrà le stesse opportunità di partenza di sopravvivere, di essere in salute, di istruirsi, di lavorare per sostenere se stesso e la propria famiglia, di proteggere, nutrire, curare, istruire i figli, di credere alle divinità che preferisce, o a nessuna divinità - finché non sarà tutto questo, le nazioni, le frontiere, gli eserciti e le polizie, i fondi monetari e i forum economici, le mistificazioni sulle identità nazionali, non saranno altro che la trascrizione e la ratifica di un immenso e intricato regime di criminale, criminogena e intollerabile ingiustizia. 

Da questa convinzione deriva quella che per me è l’unica, vera priorità della politica, essendo tutte le altre subordinate a questa. E altresì deriva da questo, per me, il mio essere di sinistra. Per quanto la sinistra italiana da vent’anni non osi pronunciare parole del genere, avendo scelto di svolgere il ruolo del bravo (magari) amministratore di condominio. Un condominio-nazione ubicato in un mondo-GothamCity. 

Se qualcuno pensa che l’utopia di un mondo basato sulla giustizia e su reali pari opportunità globali costerebbe troppo, in termini di rinuncia a privilegi storicamente acquisiti da qualcuno, forse non ha ancora chiaro quanto costerà, alla fine, a noi e ai nostri figli, la distopia in cui ci siamo acclimatati e in cui continuiamo a sprofondare.