Non ci avevo pensato fino a ieri, quando ho presentato il libro alle ragazze e ai ragazzi delle scuole medie, ma questi sono proprio i giorni di Logout. Nel senso che la vicenda narrata si svolge in un arco temporale che va dall'8 al 13 maggio di un anno imprecisato di un prossimo futuro. (C'è un indizio nel primo capitolo, per chi non volesse restare nella vaghezza: quell'8 maggio è domenica).
Oggi, 10 maggio, è il giorno in cui Luca fa un incontro che lo sconvolge, vive un drammatico conflitto interiore, prende la decisione che lo porterà a compiere lo strappo. Oscuramente, dentro di sé, sa che da quel momento nella sua vita ci sarà per sempre un prima e un dopo. Ha soltanto dodici anni, vorrebbe vivere una vita normale, è terribilmente spaventato da quello che sta per fare. E tuttavia non può sottrarsi: la superficie scintillante del mondo perfetto, prevedibile e confortevole in cui è vissuto fino a quel momento ha già iniziato a incrinarsi. E quello che intravede sotto le crepe, senza che possa dargli un nome e un senso, non gli dà pace.
Se state leggendo "Logout" in questi giorni, sappiate che state davvero vivendo accanto a Luca: respirate la stessa aria tiepida di maggio, sopra la testa avete lo stesso cielo terso che la sera tarda a imbrunire. Certo, sulla città di Sbafo non volano uccelli, e non ci sono i sentori della natura naturale... Ma chissà cosa accadrà nei prossimi tre giorni?
Probabilmente sentite fisicamente la presenza di Luca, nella dimensione parallela e non meno reale dell'immaginazione (avete presente Bastiano e Atreju...), come lui sentirà la vostra. Alzate un braccio, il palmo in verticale: può essere che stiate sfiorando il suo.
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