blog di Carlo Cuppini

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martedì 4 agosto 2020

Il lockdown sino-italiano/1: costi umani e possibili risvolti geopolitici

Solo lo sciatto e livoroso dogmatismo che caratterizza il dibattito italiano ha potuto far credere a qualcuno che le critiche al lockdown cinese in salsa italiana (confinamento domiciliare indiscriminato e totale, trasformazione di raccomandazioni sanitarie in norme e leggi incostituzionali, repressione poliziesca e militare, propaganda psicotropa e manipolatoria), a favore di forme più misurate e circostanziate, compatibili con la democrazia europea e lo stato di diritto, volesse dire anteporre l’economia alla salute.

Pochi giorni dopo la chiusura, l'autocertificazione ecc, ho pensato che ci fossero seri motivi di preoccupazione per la salute psico-fisico-clinica di milioni di persone, soprattutto le categorie fragili e deboli, variamente a rischio (non covid), a fronte della campagna del terrore indetta da governo, protezione civile e consulenti vari, con il puntuale, monolitico supporto dei media.
Oggi, un po’ alla volta, e senza che le notizie “buchino lo schermo”, vengono fuori dati sconvolgenti, che vanno al di là delle peggiori preoccupazioni di un profano (come il sottoscritto), ma che non potevano non essere previste dagli addetti ai lavori, esperti del Governo in primis, seguiti da tutti i consulenti e pure dai virologi televisivi.
Così, dopo la denuncia del presidente della Società Italiana di Cardiologia, che ha affermato che i morti per infarto sono triplicati a marzo e aprile - non per il collasso degli ospedali ma per la paura della gente di uscire di casa - e significa più di 10.000 morti “in più” - adesso apprendiamo dall’Osservatorio Nazionale Screening che nello stesso periodo è stato cancellato un milione e mezzo di screening oncologici, con la previsione di circa 10.000 lesioni tumorali o adenomi in stato avanzato non diagnosticati. Ai quali si aggiungeranno i casi che si andranno accumulando in questi mesi per via dell’impossibilità di smaltire in tempi rapidi i ritardi accumulati. E i casi di tumori già diagnosticati ma per i quasi sono state sospese o rimandate le cure, compresi gli interventi chirurgici. Poi arriveranno i dati anche di tutte le altre patologie e cause di decesso.
Così appare evidente a posteriori (ma - ribadisco - lo era anche a priori) che la difesa a oltranza del lockdown sino-italiano da parte d’if autorità e cittadini non era una affermazione del diritto della salute sopra tutto gli altri diritti e gli altri beni. Questa è u a deformazione cognitiva bella e buona: in altre parole, una manipolazione. In realtà era la professione di fede ai dogmi di una nuovissima religione monoteistica, amministrata attraverso le leve della paura e del ricatto morale da una nuova casta di sacerdoti.
Impossibile, per contro, non ripensare al capo della santità svedese Tegnell che in più occasioni ha detto molto laicamente (cito a memoria): stiamo facendo la stessa battaglia di tutti gli altri Paesi, solo che siamo più lungimiranti, perché perseguiamo l’obiettivo della tutela della popolazione da tutti i punti di vista: sanitario (pensando sia ai malati covid sia a tutti gli altri), sociale, economico, psicologico, pediatrico, didattico.
Avere copiato pedissequamente la Cina, diventando per certi versi più realisti del re, ci è valso forse il favore della superpotenza asiatica (e immagino che questo fosse un obiettivo centrale: continuare la Via della Seta con altri mezzi, confermando di essere i migliori amici della Cina in Occidente - o almeno che il M5S lo è, e a traino un po’ pure il Pd); ma alla fine avrà un prezzo umano sconvolgete.
Di cui difficilmente qualcuno si assumerà la responsabilità.
E anche un prezzo geopolitico, credo, non necessariamente "sostenibile": non possiamo essere indifferenti alle fortissime tensioni Usa-Cina, alle quali ci troviamo esattamente nel mezzo, con l'esortazione al popolo cinese da parte di Pompeo a sollevarsi contro la nuova (?) tirannide. Intanto registriamo l’imminente spostamento di migliaia di soldati Usa dalla Germania all’Italia (con qualche decina di aerei da guerra) che suona - nel caso migliore - come un avvertimento a non scostarsi ulteriormente dalla retta via atlantica.

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