blog di Carlo Cuppini

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lunedì 15 marzo 2021

Senza scuola, senza cuore

“La scuola, come la vedo io, è un organo costituzionale. Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola ‘l’ordinamento dello Stato’, sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue […]. "La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi" (Art. 34). Questo è l’articolo più importante della nostra Costituzione.”

Queste sono parole pronunciate da Piero Calamandrei, padre costituente, l'11 febbraio 1950.

15 marzo 2021: oggi per 8 milioni di bambini e ragazzi le scuole sono rimaste chiuse, per decreto del presidente del Consiglio, per lo più, o per ordinanze locali esplicitamente consentite dal dpcm in vigore. Esclusi da quelli che sono per loro i luoghi più sicuri, controllati, educativi e responsabilizzanti, cosa devono fare? Che vadano ognuno dove gli pare: a passare le giornate dai nonni – quelli che dovrebbero essere tutelati – mentre i genitori lavorano, a guardare la televisione o il cellulare per sei ore mentre un genitore lavora in salotto, a incontrare il virus nei centri commerciali, a rinchiudersi nelle camerette per giorni, per cercare emozioni nelle sfide (letali) sui social, a sprofondare nella depressione, a spacciare mentre oscurano la videocamera della DAD fingendo problemi di connessione.

Un governo di ciechi – un altro – che sostituisce la responsabilità etica degli adulti con l’azione indiscriminata dettata dal panico – ancora! – colpendo alla cieca la società, e soprattutto i più vulnerabili, quelli privi di autonomia e di voce, spingendo il Paese nel baratro. Un baratro morale, prima di ogni altra cosa. Dove, allo storico voltare le spalle dei decisori di fronte alle sofferenze dei più giovani, corrispondono i milioni di firme confirmatorie dei cittadini "senza opinione".


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