"Arrestate l'autore di questo testo irriverente, oltraggioso, sobillatore! O almeno fategli un tso!"
"Signore... è passato a miglior vita da più di quarant'anni ormai."
"Appuntato, non si perda in un bicchier d'acqua! Trovi la salma, o quel che rimane, e la conduca in galera!"
"Ma lo sa, Maresciallo, che in effetti in questo romanzo si parla di una prigione in cui c'è anche il cimitero, perché chi è colpevole di essere una brava persona non possa uscirne neanche da morto?"
"Ma insomma, chi è il nemico della patria e dell'ordine che inventa queste storie?!"
"Si chiamava Gianni Rodari, signore."Dedico il brano delle "Avventure di Cipollino" che segue a chi-so-io ("dottore famoso") e a chi-so-io ("dottore dei poveri").
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... Per farla breve, Ciliegino si ammalò gravemente. Aveva un febbrone che faceva tremare i vetri. (...)
Don Prezzemolo si soffiò il naso:
- Il ragazzo sta delirando. Il caso è molto grave.
Mandarono a chiamare i medici più famosi.
Venne prima il dottor Fungosecco e ordinò un decotto di funghi secchi. Ma il decotto non fece nessun effetto. Anzi, il dottor Nespolino fece osservare che i funghi erano molto pericolosi per quel genere di malattia, e che sarebbe stato meglio un impacco di sugo di nespole del Giappone. Col sugo delle nespole del Giappone imbrattarono le lenzuola, ma Ciliegino non dava segni di miglioramento.
- Secondo me, - sentenziò il dottor Carciofo, - bisognerebbe fare una medicazione a base di carciofi crudi.
- Con le spine? - domandò Fragoletta spaventata.
- Per forza, altrimenti non fa effetto.
Medicarono Ciliegino con i carciofi crudi, appena colti - il povero ragazzo saltava per le puntare come se lo scorticassero.
- Vedete? - disse lietamente il dottor Carciofo, - il signor Visconte manifesta una maggiore vivacità. Continuate nella cura.
- Tutto sbagliato, - esclamò il professor Delle Lattughe, inorridendo. - Chi è quel somaro che ha ordinato una cura di carciofi? Provate piuttosto con la lattuga.
Fragoletta mandò a chiamare in segreto il dottore dei poveri, ossia il dottor
Marrone, che abitava nei boschi, sotto un castagno. Lo chiamavano il dottore dei poveri perché ordinava pochissime medicine, e quelle poche le pagava lui di tasca sua.
Quando il dottor Marrone si presentò alla porta del Castello, i servitori volevano mandarlo via perché era arrivato senza carrozza.
- Un dottore senza carrozza, - essi dicevano, - è un dottore senza medicina.
Ma proprio in quel momento sbucò fuori don Prezzemolo, che come sapete si trovava sempre dappertutto e, tanto per dire il contrario degli altri, ordinò che lo lasciassero passare.
Il dottor Marrone visitò il malato di sotto e di sopra, gli guardò la lingua e gli occhi, gli tastò il polso, gli fece qualche domanda a bassa voce, poi si lavò le mani e disse soltanto:
- O che brutta malattia esser senza compagnia.
- Che cosa volete insinuare? - domandò bruscamente il Cavalier Pomodoro.
- Io non insinuo nulla, io dico la verità, se la volete sentire. Questo ragazzo non ha nulla. Ha un po' di malinconia. (...) Ha bisogno di compagnia. Perché non Io mandate a giocare qualche volta con gli altri ragazzi?
Non l'avesse mai detto: si levò un coro di proteste. Il povero dottore fu coperto d'insulti.
- Il ragazzo sta delirando. Il caso è molto grave.
Mandarono a chiamare i medici più famosi.
Venne prima il dottor Fungosecco e ordinò un decotto di funghi secchi. Ma il decotto non fece nessun effetto. Anzi, il dottor Nespolino fece osservare che i funghi erano molto pericolosi per quel genere di malattia, e che sarebbe stato meglio un impacco di sugo di nespole del Giappone. Col sugo delle nespole del Giappone imbrattarono le lenzuola, ma Ciliegino non dava segni di miglioramento.
- Secondo me, - sentenziò il dottor Carciofo, - bisognerebbe fare una medicazione a base di carciofi crudi.
- Con le spine? - domandò Fragoletta spaventata.
- Per forza, altrimenti non fa effetto.
Medicarono Ciliegino con i carciofi crudi, appena colti - il povero ragazzo saltava per le puntare come se lo scorticassero.
- Vedete? - disse lietamente il dottor Carciofo, - il signor Visconte manifesta una maggiore vivacità. Continuate nella cura.
- Tutto sbagliato, - esclamò il professor Delle Lattughe, inorridendo. - Chi è quel somaro che ha ordinato una cura di carciofi? Provate piuttosto con la lattuga.
Fragoletta mandò a chiamare in segreto il dottore dei poveri, ossia il dottor
Marrone, che abitava nei boschi, sotto un castagno. Lo chiamavano il dottore dei poveri perché ordinava pochissime medicine, e quelle poche le pagava lui di tasca sua.
Quando il dottor Marrone si presentò alla porta del Castello, i servitori volevano mandarlo via perché era arrivato senza carrozza.
- Un dottore senza carrozza, - essi dicevano, - è un dottore senza medicina.
Ma proprio in quel momento sbucò fuori don Prezzemolo, che come sapete si trovava sempre dappertutto e, tanto per dire il contrario degli altri, ordinò che lo lasciassero passare.
Il dottor Marrone visitò il malato di sotto e di sopra, gli guardò la lingua e gli occhi, gli tastò il polso, gli fece qualche domanda a bassa voce, poi si lavò le mani e disse soltanto:
- O che brutta malattia esser senza compagnia.
- Che cosa volete insinuare? - domandò bruscamente il Cavalier Pomodoro.
- Io non insinuo nulla, io dico la verità, se la volete sentire. Questo ragazzo non ha nulla. Ha un po' di malinconia. (...) Ha bisogno di compagnia. Perché non Io mandate a giocare qualche volta con gli altri ragazzi?
Non l'avesse mai detto: si levò un coro di proteste. Il povero dottore fu coperto d'insulti.
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