blog di Carlo Cuppini

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mercoledì 22 febbraio 2012

Annunciazione

E’ questo un tempo di messaggeri senza annunciazione, di figure senza linea verticale e senza  orizzonte. Soltanto commercio e scambio, socialità dove tutto circola, niente si crea e niente si distrugge, rendendo impossibile il sollevarsi o lo sprofondare. Per questo la poesia si vota alla realtà, all’eversione.
Viene l’angelo in soccorso, annunciante, appare. Angelo che è pura annunciazione, senza annuncio. Angelo che è tramite divino, senza divinità. Annunciando, annuncia il reale, nega l’esistenza di Dio. In realtà, si limita a tacere. Ma la donna, questo crede di sentire uscire dalla sua bocca. Angelo appare, e apparendo annuncia l’invisibile. Ne è testimone oculare. Invisibile, non in quanto opposto al visibile (al materiale), ma in quanto opposto all’immaginario.
L’immaginazione è l’inferno, diceva Simone Weil. L’immaginazione è l’olocausto del dialogo, del raffrontarsi, del co-in-volgersi l'uno verso l'altro. L’immaginazione è la parola bonificata da due pilastri della realtà: la realtà dell'altro, la realtà della morte. E' dunque il girare a vuoto del simulacro della realtà. L'immaginazione è il diktat della Controriforma. L'immaginazione è il centro del Capitalismo. E' la premessa necessaria perché possa compiersi la nostra deportazione dal reale.
L’angelo materiale è annunciazione è realtà. Strumento muto di poesia. Tecnica segreta. Discrimine indicibile.

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